L’ammissione del Ministro dell’Istruzione sugli errori commessi dal Miur non coincidono con un’azione risolutiva. Marcello Pacifico (Anief): Il Ministro chieda al Parlamento una modifica della norma che preveda un nuovo trasferimento straordinario su tutto l'organico dell'autonomia a partire dal prossimo anno scolastico. Quando si comprendono gli errori da parte anche di altri che ti hanno preceduto non basta ammetterli, ma bisogna assolutamente trovare soluzioni adeguate. Anief conferma i ricorsi per avvicinare quei docenti a casa
Il piano straordinario di assunzioni dei docenti del 2015/16 prodotto dal Governo Renzi non poteva funzionare. A distanza di tre anni, l’ammissione sulle procedure che hanno portato decine di migliaia di precari ad essere immessi in ruolo fuori regione, a centinaia di chilometri da casa, pur in presenza di posti liberi nelle loro province, arriva dall’attuale Ministro dell’Istruzione. Il quale in un’intervista a Panorama dice: “Sa quanto ho impiegato a capire che non funzionava?…. Dieci secondi”.
La rivista Orizzonte Scuola dice oggi che su quella mobilità a carattere nazionale decisa da un algoritmo impazzito, i cui parametri di adozione non furono mai resi pubblici, pesa anche il giudizio derivante da una perizia tecnica conclusa nel 2017, che ha definito “Confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante, elaborato in due linguaggi di programmazione differenti, di cui uno risalente alla preistoria dell’informatica, costruito su dati di input gestiti in maniera sbagliata”.
Ora, dinanzi a tali certezze, ci si sarebbe aspettati non solo una presa di coscienza del Miur, ma anche l’adozione di provvedimenti adeguati. Solo che l’amministrazione non è voluta andare oltre a delle quote allargate sui trasferimenti fuori provincia dei docenti, introdotte con il contratto sottoscritto a dicembre sulla mobilità del personale: per l’anno scolastico 2019/20 sono stati previsti il 40 % di trasferimenti interprovinciali e il 10% di passaggi di ruolo; per il 2020/21, il 30% di trasferimenti interprovinciali e il 20% di passaggi; per il 2021/22, il 25% di trasferimenti interprovinciali e il 25% di passaggi. Si è preferito, in pratica, dare solo un’opportunità ai tanti insegnanti ancora non rientrati nella terra d’origine. Lo stesso ministro dell’Istruzione ha ammesso: “Non è ancora finita… ci vorranno tre anni”.
Preso atto dei tempi ancora lunghi, il M5S, attraverso il primo firmatario Marilotti, ha fatto partire un’interrogazione, “per chiedere al Ministro se intenda assumere urgenti iniziative al fine di consentire il rientro stabile nei luoghi di origine dei docenti del Sud che con la Buona Scuola hanno ottenuto il ruolo nelle province del Nord”.
Per Anief, il Miur doveva prendere in mano la situazione: secondo il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, visto che l’errore dell’amministrazione è stato evidente, “giunti a questo punto deve intervenire il Ministro Marco Bussetti chiedendo in Parlamento una modifica della norma che preveda un nuovo trasferimento straordinario su tutto l'organico dell'autonomia a partire dal prossimo anno scolastico”.
“Ancora di più - continua il sindacalista autonomo - perché ci troviamo in presenza di un alto numero di posti vacanti e disponibili, che coincide pure con l'abolizione degli ambiti territoriali. Come Anief, lo chiediamo a gran voce ad un’amministrazione che non può continuare a comportarsi in modo pilatesco. Quando si comprendono gli errori da parte anche di altri che ti hanno preceduto non basta ammetterli, ma bisogna assolutamente trovare soluzioni adeguate”, richiama il presidente Marcello Pacifico, il quale invita anche l’amministrazione scolastica a “predisporre dei corsi abilitanti per il personale di ruolo presso gli ex provveditorati per agevolare i passaggi di ruolo secondo le quote annualmente previste nell'ultimo contratto sulla mobilità”.
Anief, alla luce di queste considerazioni, conferma il ricorso contro il mancato trasferimento nelle sedi richiesti proprio a seguito dell’errore dell’algoritmo del Miur nel 2016: per informazioni cliccare qui.
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