Il ministro dell’Istruzione chiederà l'approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge ad hoc per realizzare l'accordo raggiunto coi sindacati. Il giovane sindacato chiede però di andare oltre a quanto pattuito a Palazzo Chigi a fine aprile: “per evitare che tra un mese le convocazioni per assegnare 58 mila immissioni in ruolo vadano deserte – spiega il presidente Anief, Marcello Pacifico - occorre riaprire le GaE a tutto il personale abilitato, oltre che consentire agli idonei e agli ex Fit la stabilizzazione in altre regioni, di confermare le assunzioni fatte con riserva e l'inserimento dei precari sempre avvenuto con riserva nelle ex graduatorie permanenti”.
Sul precariato scolastico si naviga più che mai a vista: il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti passa con disinvoltura da una decisione all’altra, dimostrando l’assenza di un progetto chiaro e definito.
LA POLITICA DEI RIPENSAMENTI
All’inizio del 2019 il titolare del Miur faceva sapere a tutti che da quel momento in poi l’unico canale per entrare in ruolo nella scuola sarebbe stato il concorsone pubblico e che era giunta al termine la stagione dei concorsi riservati e dei corsi abilitanti, perché rappresentavano solo “un salasso per i precari” che non portava a nulla; alla vigilia delle elezioni europee, spinto dalla necessità di scongiurare lo sciopero unitario della scuola in vista della tornata elettorale europea, assieme al premier Giuseppe Conte, ha espresso l’intenzione di aprire un canale diretto per assumere i precari con oltre 36 mesi; alcuni giorni fa, il ministro ha annunciato però che i tempi per l’avvio della procedura del secondo ciclo d’istruzione sarebbero stati più lunghi del previsto, assicurando l’avvio entro la fine dell’anno. In queste ultime ore, invece, in un’intervista al Corriere della Sera, Marco Bussetti dice che “entro luglio, intendo proporre un decreto legge per dare attuazione all’accordo con i sindacati per il concorso straordinario per la Scuola secondaria, riservato ai precari con più di tre anni di anzianità”.
LA POSIZIONE ANIEF
Anief accoglie con soddisfazione il ripensamento del ministro dell’Istruzione: il sindacato autonomo, infatti, nelle ultime settimane ha chiesto con insistenza una soluzione d’urgenza, che vada incontro alle aspettative di chi ha svolto oltre 36 mesi di supplenze, in linea con il dettato europeo. È chiaro, tuttavia, che il concorso straordinario avviato con sollecitudine servirà a salvare, se procederà senza intoppi, solo una parte delle assunzioni del 2020: per evitare che ad agosto si ripeta lo scenario dello scorso anno, quando la maggior parte delle cattedre assegnate al ruolo andò persa e poi destinata ai supplenti, occorrono anche altre disposizioni.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“L’obiettivo – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è l’individuazione dei docenti precari già selezionati, formati e abilitati per fare questa professione. Ci sono tantissimi posti vacanti e disponibili: i 64 mila indicati dal Miur, almeno 50 mila posti in deroga sul sostegno agli alunni disabili, decine di migliaia su disciplina, oltre 20 mila derivanti da Quota 100 che lo stesso ministero dell’Istruzione ha assicurato di voler destinare subito alle immissioni in ruolo. La cifra complessiva si attesta tra i 150 mila e le 200 mila cattedre senza titolare. Se si vuole evitare che il sistema collassi, che i dirigenti impazziscano per trovare supplenti, anche senza titolo e abilitazione, con conseguenti abbassamenti dei livelli di offerta formativa, occorre muoversi in fretta”.
“Essendo molte ex graduatorie permanenti e quelle di merito con pochi se non senza più candidati – continua il presidente Anief – l’unica soluzione fattibile e immediata che Bussetti può adottare è quella di riaprire immediatamente le GaE a tutto il personale abilitato. Contemporaneamente, dovrebbe consentire a tutti i candidati risultati idonei nei concorsi pubblici e a coloro che hanno terminato positivamente i corsi Fit, i percorsi triennali di formazione iniziale e di tirocinio introdotti dalla Buona Scuola e dal decreto legislativo 59/17, di potere essere immessi in ruolo anche in altre regioni rispetto a quella dove sono ora collocati. Vanno infine confermate tutte le assunzioni già attuate con la modalità della riserva, oltre che salvaguardato l'inserimento dei candidati nelle ex graduatorie permanenti, sempre avvenuto con riserva”.
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