Vittoria piena al TAR del Lazio per il sindacato ANIEF: con la sentenza n. 5255/2015, annullata la FAQ n. 19 del MIUR relativa al Concorso bandito ex DDG n. 82/2012 che non riconosceva la validità dei titoli dichiarati dai candidati all'interno della cosiddetta “scheda professionalità docenti”. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, ristabilendo il rispetto del merito e della legalità, hanno dimostrato senza ombra di dubbio che il comportamento del MIUR risultava palesemente in contrasto con il principio di regolarizzazione e il dovere di soccorso istruttorio dettati dalla normativa vigente.
Il DDG n. 82/2012 di indizione del Concorso a Cattedra, come ampiamente dimostrato dall'ANIEF, è risultato un vero e proprio percorso a ostacoli per i candidati che vi hanno partecipato, costretti letteralmente a districarsi all'interno di disposizioni illogiche e spesso contrastanti poste in essere dal Ministero dell'Istruzione nel corso di tutta la procedura concorsuale. Non da ultima, come da subito prontamente denunciato dal nostro sindacato, risultava illogica e contorta la procedura di dichiarazione dei titoli valutabili ai fini dell'attribuzione del giusto punteggio nelle graduatorie definitive; procedura che richiedeva una “dichiarazione dei titoli” all'atto della presentazione della domanda di partecipazione al concorso che, però, non è stata resa immediatamente disponibile nella procedura di iscrizione online. Da subito, invece, il MIUR ha reso disponibile una “Scheda Professionalità Docente” che richiedeva proprio l'inserimento dei titoli culturali posseduti dai candidati e che i ricorrenti hanno prontamente compilato salvo poi scoprire che tale documento non sarebbe stato utile ai fini dell'attribuzione del punteggio per i titoli posseduti.
Alcuni candidati che avevano superato tutte le prove concorsuali, dunque, si sono visti attribuire, all'interno delle graduatorie finali di merito, un inaspettato punteggio ZERO per i titoli posseduti ignari del fatto che il MIUR, producendo a posteriori una FAQ di chiarimento, non riteneva utile ai fini della valutazione titoli proprio quella Scheda Professionalità Docenti che aveva da subito reso disponibile all'interno della procedura online di iscrizione al concorso. I legali ANIEF, dunque, hanno prontamente dimostrato come i candidati siano stati danneggiati proprio dalla procedura di iscrizione online posta in essere dal Ministero dell'Istruzione che ha creduto bene di non permettere neanche la successiva regolarizzazione della posizione dei singoli, barricandosi dietro una sconcertante “chiusura” per difendere il proprio operato che ha costretto alla promozione di un'azione legale mirata.
Il TAR del Lazio ha riconosciuto, infatti, che l'aver reso disponibile solo successivamente il corretto modello per la dichiarazione dei titoli valutabili, avrebbe dovuto indurre il MIUR ad un riesame della domanda di partecipazione al concorso con conseguente provvedimento di rettifica da parte dell’amministrazione del punteggio ottenuto dai ricorrenti proprio in ossequio al principio di regolarizzazione e di soccorso istruttorio sancito dall'art. 6 della legge n. 241 del 1990. Annullate, pertanto, le graduatorie del concorso a cattedra indetto con DDG. n. 82/2012 nelle parti in cui non hanno contemplato alcun punteggio per i titoli dichiarati nella domanda di partecipazione al concorso da parte dei ricorrenti che avevano compilato la Scheda Professionalità Docente, con obbligo per l'Amministrazione resistente di rettificare dette graduatorie attribuendo il giusto punteggio per i titoli posseduti da ogni ricorrente.
Gli altri ricorsi promossi dall'ANIEF sul medesimo argomento, ancora in attesa di fissazione dell'udienza di merito da parte del TAR o che saranno discussi nei prossimi mesi, dunque, potranno ora avvalersi di questo importante precedente e i candidati che si sono affidati con fiducia al nostro sindacato potranno quanto prima vedere riconosciuto in via definitiva il proprio giusto diritto alla valutazione dei titoli dichiarati all'interno della Scheda Professionalità Docente che il MIUR ha voluto, con caparbia ostinazione, ritenere “non utile” allo scopo. Il nostro sindacato ha dimostrato, ancora una volta, che azioni legali “mirate” colpiscono sempre nel segno e raggiungono pienamente l'obiettivo della tutela e del rispetto dei diritti e della legalità.