Anche presso il Tribunale del Lavoro di Bari l'Anief ottiene un soddisfacente successo a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola con ben quattro sentenze, di identico tenore, che riconoscono l'illegittimità dell'operato del MIUR nel non voler riconoscere ai docenti a tempo determinato le medesime progressioni stipendiali e i gli stessi diritti del personale assunto con contratti a tempo indeterminato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Michele Ursini ottengono ragione in favore di 4 nostri iscritti con il pieno riconoscimento del diritto agli scatti di anzianità e all'immediato e integrale computo del servizio a termine ai fini della ricostruzione della carriera. MIUR condannato anche al pagamento di 6.800 Euro oltre accessori per le spese di giudizio. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Professionalità e merito non si possono riconoscere solo “a posteriori” dell'immissione in ruolo e i tanti lavoratori con contratto a tempo determinato hanno diritto ad essere retribuiti secondo la propria esperienza e gli anni di servizio già maturati; anche la Corte di Cassazione lo ha ribadito fermamente e noi, ancora più fermamente, continueremo a chiedere giustizia per i precari anche nelle aule dei tribunali”.
Anche per il Giudice del Lavoro di Bari non c'è dubbio che la normativa interna e i contratti collettivi nazionali che si sono succeduti nel tempo “determinino, a carico dei lavoratori a termine, un’evidente disparità di trattamento rispetto ai dipendenti appartenenti al personale di ruolo. A differenza di quanto accade per i lavoratori assunti a tempo determinato, difatti, per i dipendenti di ruolo l’anzianità di servizio è determinata computando integralmente il periodo di servizio svolto”. Tale discriminazione è stata ritenuta, dunque, “in contrasto con quanto prevede la clausola 4, punto 1, dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla Direttiva n. 1999/70/Ce. La citata clausola, significativamente intitolata «Principio di non discriminazione», così recita: «Per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive»”.
Evidenziando come “il divieto contenuto nella clausola 4.1. è stato costantemente ritenuto dalla Corte di Giustizia incondizionato e sufficientemente preciso, tale da non richiedere atti di trasposizione interna della direttiva, con la sola riserva relativa alle giustificazioni fondate su ragioni oggettive, le quali, tuttavia, sono soggette al sindacato giurisdizionale (e che nella specie non sono ravvisabili)”, le sentenze accolgono i ricorsi patrocinati dai legali Anief e confermano, anche, che in questi casi la prescrizione deve intendersi senza ombra di dubbio “decennale in quanto il diritto azionato deriva dalla violazione di una direttiva comunitaria (cfr. Cass. 10813 del 2011)”. Dichiarato, dunque, il diritto dai quattro ricorrenti, “previa disapplicazione della normativa nazionale in materia, a vedersi riconosciuto lo stesso trattamento giuridico ed economico previsto dalle norme legislative e pattizie per il personale a tempo indeterminato”, affermando, inoltre, il loro pieno diritto “a vedersi ricostruita la carriera considerando integralmente tutti i periodi svolti con contratto di lavoro a tempo determinato ed a percepire le differenze retributive maturate in virtù del suddetto nuovo inquadramento”.
Ministero nuovamente soccombente, dunque, contro i legali ANIEF che da sempre agiscono a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola. “Professionalità e merito – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - non si possono riconoscere solo “a posteriori” dell'immissione in ruolo e i tanti lavoratori con contratto a tempo determinato hanno diritto ad essere retribuiti secondo la propria esperienza e gli anni di servizio già maturati; anche la Corte di Cassazione lo ha ribadito fermamente e noi, ancora più fermamente, continueremo a chiedere giustizia per i precari anche nelle aule dei tribunali”. L'ANIEF, giovane sindacato che continua ad opporsi in tutte le sedi e contro tutte le discriminazioni poste in essere a discapito dei lavoratori della scuola, ricorda ai tanti precari senza diritto alla giusta retribuzione e alla progressione in base all'anzianità di servizio maturata che è sempre possibile agire in tribunale per la tutela dei propri diritti e per vedersi riconosciuta la giusta retribuzione in base all'effettiva professionalità acquisita in anni di lavoro.