Nelle linee guida ‘La Buona Scuola’ lo Stato italiano ammette per la prima volta che “il sistema attuale non prevede alcuna misura per prevenire e sanzionare il ricorso abusivo alla successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore scolastico”.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): in colpo solo vengono sconfessate le tesi della Cassazione e dell’Avvocatura che si erano arroccati in difesa delle mancate assunzioni. Mentre si realizza una storica vittoria dell’Anief, che prima di tutti ha denunciato la violazione della direttiva comunitaria e portato a Lussemburgo migliaia di ricorsi. Ora, alla vigilia della sentenza della Corte di Giustizia Ue, si scopre la verità: tutti devono entrare in ruolo. Ma la battaglia continua sul profilo risarcitorio, perché altri 100mila docenti rivendicano un posto, perché nella riforma ci si dimentica che ci sono anche 12mila Ata da assumere subito.
Sull’abuso del precariato storico, lo Stato italiano depone le armi: entro un anno assumerà 150mila docenti, di cui il 90 per cento delle graduatorie ad esaurimento, perché non vuole essere condannato dalla imminente sentenza della Corte di Giustizia europea. Dando seguito, quindi, ad una stabilizzazione storica dei supplenti rivendicata da tempo dal sindacato e auspicata anche nei giorni scorsidall’avvocato generale della Corte di Lussemburgo Maciej Szpunar, che si è espresso positivamente ed in modo perentorio sulle motivazioni che hanno portato l’Anief a ricorrere al giudice sovranazionale per la reiterazione dei contratti a tempo determinato adottato da troppo tempo in Italia.
La vicenda è nota: il nostro Paese ha prima recepito la direttiva 199/70/CE, attraverso l’art. 6 del decreto legislativo 368/01. Ma successivamente l’ha disconosciuta, adottando degli escamotage, culminati con la legge derogatoria 106/2011. Peraltro rafforzati da una sentenza della Cassazione che, dimenticando l’assenza di concorsi pubblici per diventare insegnante durata ben 13 anni consecutivi, nell’estate del 2012 ha recepito l’interpretazione autentica del legislatore. Però i giudici di Lussemburgo, cui l’Anief ha portato migliaia di ricorsi, anche per risarcire i danni procurati per le mancate assunzioni, sono in procinto di ribaltare tutto. Con i tribunali del lavori che, subito dopo, non potrebbero che trasformarsi in esecutori delle immissioni in ruolo. Ora, però, il Governo evita che la situazione precipiti: prevenendo, in tal modo, che lo Stato italiano possa arrivare a pagare fino a 4 miliardi per le mancate assunzioni.
“Il rilevato motivo di contrasto tra il sistema italiano e la direttiva sul lavoro a tempo determinato – scrive il Governo a pagina 36 del libro contenente le linee guida intitolate “La Buona Scuola” – risiede nel fatto che il sistema delle supplenze annuali di fatto rinnova periodicamente dei contratti a tempo determinato per provvedere la copertura di posti vacanti d’insegnamento”. “Inoltre il sistema attuale non prevede alcuna misura per prevenire e sanzionare il ricorso abusivo alla successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore scolastico. Questa prospettiva è ciò che è oggi all’attenzione dell’Europa, e va nella stessa direzione di ciò che il Governo italiano intende offrire alla scuola grazie ad un piano di assunzioni straordinario”.
“Con questa ammissione – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedri – in un colpo solo vengono confessate le tesi della Cassazione e dell’Avvocatura dello Stato italiano che si erano arroccati in difesa delle mancate assunzioni. Mentre si realizza una storica vittoria dell’Anief, che prima di tutti aveva denunciato alla stampa, ad inizio 2010, la violazione della direttiva comunitaria. Sui posti vacanti e disponibili, per più di un decennio, lo Stato ammette di aver operato unafictioper sfuggire alle regole della stabilizzazione. E dopo migliaia di ricorsi promossi dal sindacato presso le Corti del lavoro che hanno provocato l’intervento del Parlamento, alla vigilia della sentenza della Corte di Giustizia europea, si scopre la verità: tutti devono entrare in ruolo. Ma la battaglia – conclude Pacifico – continua sul profilo risarcitorio, mentre altri 100mila docenti rivendicano un posto”.
Anief non comprende perché il Governo non faccia alcun riferimento ai 100mila docenti formati nelle nostre università attraverso i corsi TFA e PAS, tra cui anche gli idonei all’insegnamento, che hanno superato i concorsi pubblici e coloro che hanno conseguito il diploma magistrale prima del 2001: perché nelle linee guida non vengono citati? Rimangono poi in piedi i tanti ricorsi a tutela dei precari. Come la necessità di equiparare il loro stipendio a quello del personale di ruolo: un capitolo su cui la Commissione europea si già è espressa, rilevando l’anomalia e minacciando di portarla dinanzi alla Corte di Giustizia Ue.
Come non si comprende perché poi nelle linee guida non si faccia alcun riferimento al personale Ata: nella scuola gli amministrativi, tecnici ed ausiliari costituiscono una parte centrale e vitale, senza la quale l’intero sistema si bloccherebbe. È grave che quest’anno siano stati assunti appena 4.599 precari Ata: una cifra equivalente al solo il turn over. Ma rimangono però liberi oltre 12mila posti: si tratta di 2.692 assistenti amministrativi, 1.032 assistenti tecnici, 8.172 collaboratori scolastici, 126 cuochi, 104 collaboratori scolastici tecnici, 111 guardarobieri, 36 infermieri. Le direttive Ue sul precariato riguardano anche loro. Che devono essere assunti entro un anno assieme ai docenti.
STUDIO ANIEF
La dimostrazione che nel corso degli ultimi 15 anni lo Stato italiano non ha provveduto a coprire nemmeno il turn over è riassunta in questa tabella realizzata dal sindacato: a fronte di 258mila assunzioni di nuovi docenti attuate dall’anno scolastico 2001/02 al 2013/14, i pensionamenti nella stessa categoria sono stati oltre 295mila. E i posti liberi registrati nello stesso periodo circa 311mila.
Pensionamenti, posti liberi e assunzioni docenti della scuola pubblica dall'anno scolastico 2001/02 all'anno scolastico 2013/14 |
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Anno Scolastico |
Pensionamenti docenti e educatori |
Posti docenti vacanti fino al 31/8 |
Posti docenti vacanti fino al 30/6 |
Assunzioni docenti e educatori |
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2013/14* |
4.447 |
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2013/14 |
10.860 |
12.055 |
108.284 |
11.268 |
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2012/13 |
21.354 |
9.465 |
98.410 |
21.112 |
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2011/12 |
27.400 |
22.700 |
83.572 |
30.300 |
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2010/11 |
25.662 |
23.177 |
83.821 |
10.000 |
||
2009/10 |
31.701 |
23.277 |
93.696 |
8.000 |
||
2008/09 |
19.130 |
20.000 |
111.000 |
25.000 |
||
2007/08 |
43.620 |
22.000 |
120.000 |
50.000 |
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2006/07 |
28.772 |
32.000 |
120.000 |
20.000 |
||
2005/06 |
22.392 |
28.773 |
99.584 |
35.000 |
||
2004/05 |
15.881 |
33.370 |
93.631 |
12.500 |
||
2003/04 |
17.574 |
33.626 |
78.240 |
0 |
||
2002/03 |
15.594 |
26.296 |
78.753 |
0 |
||
2001/02 |
15.260 |
24.625 |
72.290 |
30.579 |
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TOTALI |
295.200 |
311.364 |
1.241.281 |
258.206 |
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*solo docenti di sostegno |
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Raccolta ed elaborazione dati a cura dell'Ufficio Studi Anief |
ANSA-FOCUS - Scuola:riforma governo, all'appello mancano gli Ata
Circa 12 mila addetti amministrativi e tecnici sono precari
(ANSA) - ROMA, 5 SET - Un capitolo della "Buona scuola" dovrà essere sicuramente riscritto. O meglio scritto ex novo, visto che all'appello delle riforme targate Renzi e Giannini mancano gli Ata precari, tanti, quantificati in circa 12 mila dai sindacati: si tratta dei "custodi" della scuola, non solo i "bidelli" che ogni mattina debbono aprire le scuole o le segretarie che mandano avanti l'immancabile burocrazia, ma anche i direttori dei servizi generali e amministrativi, gli assistenti amministrativi, gli assistenti tecnici, collaboratori i scolastici, i cuochi, gli addetti alle aziende agrarie, i guardarobieri e gli infermieri. E tanti altri piccoli ma importanti ruoli senza dei quali non potrebbero far funzionare gli istituti e tanti corsi. E mentre per i docenti precari si profila un'assunzione straordinaria (in circa 150 mila) per gli Ata non risulterebbe nulla. "Non lavorano soltanto gli insegnanti - ha ricordato Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola - nel mondo della scuola: è forse il caso di evidenziarlo, nel momento in cui si avvia una discussione su linee guida centrate prevalentemente sulla ridefinizione di aspetti riconducibili all'area della docenza". La Cisl, pertanto chiede una "scelta esplicita e chiara di coprire con lavoro stabile tutti i posti, sia di docenti che di personale Ata, necessari alla scuola per poter funzionare, ponendo così le basi perché la qualità del lavoro la faccia essere davvero buona scuola". La mancanza di ogni riferimento agli Ata la "cui funzione è determinante per migliorare l'offerta formativa" è segnalata con forza anche dalla Flc Cgil e dalla Uil. Secondo l'Anief, il numero di assunzioni di personale non docente "continua a essere fortemente sottostimato": secondo i dati ufficiali forniti da viale Trastevere, all'inizio dell'anno scolastico appena concluso i posti vacanti e disponibili per tutti i profili Ata erano infatti circa 12 mila. E la questione Ata sarà al centro del primo sciopero dell'anno scolastico proclamato il 17 settembre: ad incrociare le braccia per tutta la giornata il personale docente e Ata, a tempo determinato e indeterminato di Unicobas Scuola. Nello stesso giorno scioperano anche i collaboratori coordinati e continuativi ex Lsu assimilati Ata aderenti a Felsa Cisl, Cgil Nidil e UilTemp. (ANSA).
Per approfondimenti:
La denuncia dell’Anief all’UE sull’abuso di precariato in Italia (La Repubblica del 16 gennaio 2010)
Sui 140 mila precari la Corte di Giustizia europea prende tempo, l’Italia ne approfitti