Non solo il Ministero dell’Istruzione non porta a termine il censimento per verificare quanti posti liberi esistono a livello nazionale, ma attraverso i suoi uffici territoriali arrivano indicazioni contrarie alla trasparenza: dall’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, in particolare, in questi giorni è partito un invito, rivolto a tutti i presidi, di non dichiarare ai docenti interessati che ne hanno fatto richiesta se il posto è libero.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): sono atti che, francamente, portano sconcerto. Perché costringono i precari a rivolgersi ai giudici: i quali, in presenza di una supplenza assegnata erroneamente fino al 30 giugno, procedono alla stabilizzazione del supplente, in presenza di 36 mesi complessivi svolti su posto analogo, e al relativo indennizzo completato dal pagamento degli scatti e delle mensilità estive non corrisposte.
Negli stessi giorni in cui il Governo si appresta a portare in Consiglio dei Ministri il piano di assunzioni di circa 140mila precari della scuola, il Ministero dell’Istruzione non solo non porta a termine il censimento per verificare quanti posti liberi esistono a livello nazionale (accorgendosi in tal modo che sono molti di più di quelli indicati nei giorni scorsi dal ministro Giannini per l’attuazione delle prossime immissioni in ruolo), ma attraverso i suoi uffici territoriali arriva addirittura ad alimentare la confusione.
Infatti, mentre l’Anief mette a disposizione del personale scolastico precario l’istanza di accesso agli atti delle scuole, per verificare se il servizio prestato come supplente è stato svolto su posto vacante e non assegnato ad altro collega di ruolo, dall’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana parte un invito, rivolto a tutti i dirigenti scolastici, di non dichiarare la vacanza del posto. Il giovane sindacato, pertanto, denuncia pubblicamente che stiamo assistendo ad una presa di posizione davvero anacronistica e immotivata, che continua a delegare ai giudici la decisione di procedere sui diritti dei precari maturati per il lavoro svolto su organico di diritto.
“Non è possibile – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che in questo Paese, di fronte ad una sentenza cristallina della Corte di Giustizia europea, emessa oltre tre mesi fa a Lussemburgo, oltre alle intenzioni dichiarate dal Governo, attraverso il documento sulla Buona Scuola, di svolgere un censimento sui posti in organico di diritto da assegnare alle immissioni in ruolo, ancora oggi si leggano circolari di questo tenore: sono atti che, francamente, portano sconcerto nelle scuole, tra gli studenti e le famiglie, oltre che tra i tanti lavoratori precari interessati”.
“Agli uffici territoriali del Miur, evidentemente, non è ancora chiaro che in assenza di un titolare del posto libero, anche se assegnato fino al 30 giugno, ha pieno valore la Legge 124/99, attraverso cui si reputa quel posto assegnabile al 31 agosto. Con tutti gli effetti che ne derivano, quindi con la conseguente stabilizzazione del supplente, in presenza di 36 mesi complessivi svolti su posto analogo, e il relativo indennizzo”, dice ancora il sindacalista Anief-Confedir.
“Il fatto, poi, che i sindacati rappresentativi non si siano accorti di questa grave mancanza di rispetto dei diritti del personale precario, ha dell’incredibile. Ecco perché l’Anief, se riuscirà a raggiungere la soglia del 5 per cento di rappresentanza sindacale in occasione del rinnovo delle Rsu d’Istituto, in programma da domani a giovedì prossimo, chiederà ai propri quadri di verificare la vacanza dei posti in tutte le scuole. E di procedere, laddove continuassero ad essere presenti delle incongruenze rispetto alle supplenze assegnate, all’immediato ricorso in tribunale. Da cui scaturirà – conclude Pacifico – l’immissione in ruolo, l’indennizzo, il pagamento degli scatti dell’intero periodo di precariato e delle mensilità estive non corrisposte”.
Per approfondimenti:
Buona Scuola – Il Governo deve raddoppiare le assunzioni: non 180mila, ma 350mila