Mobilità

Solo in Italia neo-assunti per 5 anni lontano dalla famiglia: è un oltraggio ai legami sani

Il sindacato pronto a ricorrere al giudice del lavoro e a Strasburgo: è una palese violazione dei diritti del fanciullo e dell’uomo all’unità familiare, oltre che dei genitori rispetto ai propri figli, dei lavoratori con genitori disabili, dei mariti rispetto alle proprie mogli. Interessati almeno 30mila docenti e Ata immessi in ruolo nell’ultimo anno e mezzo lontano da casa.

La decisione dello Stato di obbligare un lavoratore della scuola a rimanere lontano dai figli e dal coniuge per cinque anni dopo la sua assunzione è un’ingerenza tutta italiana, in contrasto con la Convenzione dei diritti dell’uomo: se non si disapplicherà l’articolo 9 della legge 106/11, voluto dalla Lega due estati fa per evitare lo spostamento dei precari della scuola dal Sud al Nord del Paese prima dell’assunzione in ruolo, l’Anief annuncia l’intenzione di voler tutelare i legami familiari di almeno 30mila docenti e Ata della scuola, assunti fuori residenza, a rivolgendosi entro un mese al giudice del lavoro. Se non dovesse essere sufficiente chiederà il rinvio della norma alla Consulta, per la violazione dell’articolo 8 della Cedu. E se necessario ricorrerà al giudizio della Corte di Strasburgo.

Da un anno e mezzo lo Stato sta infatti attuando una palese violazione dei diritti del fanciullo e dell’uomo all’unità familiare, dei genitori rispetto ai propri figli, dei lavoratori con genitori disabili, dei mariti rispetto alle proprie mogli. Il tutto, senza alcuna giustificata ragione di Stato.

“Siamo di fronte – spiega Marcello Pacifico, il presidente dell’Anief – ad un’ingerenza arbitraria del potere pubblico, non giustificata da alcuna esigenza organizzativa legata all’erogazione del servizio. Ed in palese contrasto con l’articolo 8 della Convenzione e la giurisprudenza europea in tema di diritto familiare. Vogliamo inoltre denunciare il Ministero dell’Istruzione e i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale del 6 dicembre 2012, che dando attuazione alla legge 106/2011, vieta per un quinquennio il trasferimento interprovinciale dei neo-immessi in ruolo a partire dall’anno scolastico 2011-2012”.

Dopo i dovuti approfondimenti, attraverso i propri esperti giuridici, l’Anief ha deciso che entrerà in azione entro un mese: già è pronto il deposito dei primi trecento ricorsi richiesti da docenti di ruolo. Al giudice del lavoro verrà chiesto in via cautelare la disapplicazione integrale ed immediata delle norme di legge e contrattuali, visto che un’eventuale decisione a distanza anni renderebbe vanificato il ‘petitum’.

“Come la corte di Strasburgo ha ricordato a più riprese e come garantito a più riprese negli ultimi anni dalla giurisprudenza internazionale – spiega Pacifico - lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita parentale e alla relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. Ma per essere adeguate, queste misure dovranno essere prese rapidamente perché il passare del tempo può avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore. Altrimenti si nega l’esercizio effettivo del diritto di unione familiare”.