La suddetta sentenza ha disapplicato la normativa nazionale discriminatoria nei confronti delle lavoratrici dipendenti con contratto a termine, per contrasto con la direttiva europea. Una nuova vittoria dei legali Anief per la tutela piena dei diritti. Adesioni ai ricorsi sempre aperte.
Anief celebra una significativa vittoria legale sul cosiddetto “bonus mamme”, misura di sostegno al reddito prevista dalla legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023, art. 1, cc. 180 e 181). Tale bonus, istituito per favorire le lavoratrici madri a tempo indeterminato, consiste nell’esonero fino a 3.000 euro annui dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti, a partire da due figli con alcuni requisiti anagrafici. Tuttavia, grazie all’impegno del sindacato Anief, il Tribunale di Lodi ha esteso questo diritto anche alle lavoratrici a tempo determinato, riconoscendo la misura a una docente madre di due figli con contratto di lavoro precario.
In una sentenza che farà certamente scuola: in attesa della decisione della Consulta - a cui il Tribunale di Milano ha rimesso gli atti per sospetta incostituzionalità della norma - il Tribunale di Lodi su ricorso presentato dai legali Anief (R.G. 337/2024) ha stabilito che l’esclusione della docente precaria, madre di due figlie di 7 e di 10 anni, dall’esonero contributivo (264,07 euro mensili) viola la clausola 4, comma 1, dell’accordo quadro allegato alla Direttiva CE del 1999. Tale clausola sancisce il principio di non discriminazione, imponendo che i lavoratori a tempo determinato non possano essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato comparabili.
La causa, patrocinata dagli avvocati Anief Nicola Zampieri, Giovanni Rinaldi, Walter Miceli e Fabio Ganci, rappresenta un importante strumento di tutela dei diritti delle lavoratrici madri e rappresenta una nuova conquista fondamentale attraverso il giudizio in tribunale verso la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo.
Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha commentato così l’importanza della sentenza: "Questa sentenza è storica perché continua simbolicamente la lunga battaglia avviata da Anief nel 2010 per la parificazione dei diritti tra il personale precario e quello di ruolo. Abbiamo segnalato durante l’esame della legge di bilancio ai parlamentari la necessità di intervenire. Nell’attesa, continueremo a chiedere tutela in giudizio. Tale pronuncia, infatti, dimostra come fin da adesso sia possibile per le lavoratrici precarie, madri di due o più figli, ricorrere in giudizio per ottenere l’esonero contributivo annuale fino a 3.000 euro per il triennio 2024-2026. Tale pronuncia, ovviamente, ha riflessi per tutte le lavoratrici della scuola (docenti, educatrici, ata), del lavoro pubblico e privato”.