Vincere un ricorso in tribunale senza però ottenere dalla propria amministrazione i contributi previdenziali corrispondenti: contributi, peraltro utilissimi ad acquisire un assegno di quiescenza maggiore, quando si lascerà il lavoro per la meritata pensione. È la nuova battaglia giudiziaria intrapresa dal sindacato autonomo e rappresentativo Anief, da sempre attento alle esigenze dei lavoratori della scuola e lotta con battaglie condotte in tutte le sedi opportune.
“Il danno che si produce al personale coinvolti non è da poco - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – : basta ricordare che solo nel 2024 abbiamo fatto recuperare a migliaia di docenti e personale Ata oltre 15 milioni di euro, frutto di oltre 6 mila sentenze favorevoli; un risultato sensazionale che fino a qualche anno fa non pensavamo che si sarebbe mai potuto raggiungere, con tantissime sentenze favorevoli su diritti negati al personale, come la Carta del docente, le ferie non godute e gli scatti di anzianità dei precari, ma anche le ricostruzioni di carriera non corrette del personale di ruolo o il recupero di Rpd e Cia per i supplenti brevi”.
“Molte di queste sentenze si traducono in emolumenti in più in busta paga o in aumenti stipendiali strutturali, che però non trovano riscontro nell’assegnazione di corrispondenti contributi previdenziali: quelli che adesso Anief rivendica all’amministrazione attraverso apposito ricorso in tribunale”, conclude il presidente nazionale Anief.
Per richiedere il recupero dei contributi previdenziali per differenze stipendiali riconosciuti in sentenza è ancora possibile dare domanda di preadesione al ricorso.
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