è stato pubblicato ieri il nuovo DPCM che regola la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria di I e di II grado per il posto comune. Il testo definitivo del Decreto, già trasmesso ai sindacati in forma di bozza nei mesi scorsi per l'informativa, non contiene sostanziali modifiche e per questo motivo il sindacato Anief esprime forti perplessità rispetto al testo definitivo.
Primo tra tutti per i costi, rimasti a 2.500 Euro per i corsi da 60 CFU e 2.000 Euro per i percorsi da 30 o 36 CFU: “È sbagliato far pagare i dipendenti della scuola per formarsi – commenta il presidente Anief Marcello Pacifico – tanto è vero che nel nuovo contratto abbiamo fatto inserire una specifica in base alla quale la formazione dovrà essere gratuita e se supera un certo numero di ore retribuita; far pagare per abilitarsi e andare a ricoprire posti che il Ministero deve coprire con le nuove assunzioni a nostro avviso è un controsenso”.
Che ci sia un percorso abilitante stabile è, comunque, un passo avanti rispetto alla situazione di stallo precedente, questo è comunque un primo passo verso la tutela dei diritti dei precari e dei tanti docenti di ruolo ingabbiati che fanno mandare avanti la scuola: grazie anche agli emendamenti approvati nel decreto 75 PA bis, infatti, si aprono i corsi abilitanti a chi ha svolto 36 mesi, ai vincitori del concorso straordinario bis, ai docenti delle paritarie, a quelli dei centri di formazione e ai docenti ingabbiati che potranno accedere ai percorsi abilitanti “ridotti” di 30 CFU. Ma dovranno comunque pagare l'abilitazione e questo continua a non essere accettabile visto che avevamo chiesto espressamente di calmierare i prezzi in modo consistente”.
Con la futura legge di bilancio, comunque, il nostro sindacato lavorerà per ottenere un accesso diretto e senza selezione riservato a tutti i docenti con almeno 3 anni di servizio e a tutti i docenti già in possesso di altra abilitazione. La “riserva” innalzata al 45% per il primo anno e al 35% per gli altri due anni non è comunque sufficiente a sanare l'ingiustizia perpetrata per anni ai lavoratori della scuola che non hanno potuto conseguire un'abilitazione cui avrebbero avuto diritto.