Il Tribunale di Roma accoglie otto ricorsi patrocinati dall’ANIEF e condanna il Ministero dell’Istruzione per illecita reiterazione di contratti a termine e abuso di lavoro precario. Condanna esemplare quella ottenuta per il nostro sindacato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo a carico dell’Amministrazione scolastica cui il Giudice del Lavoro della capitale impone un risarcimento danni per violazione di norme comunitarie pari a un totale di 37 mensilità e condanna a corrispondere, in favore di ogni ricorrente, anche gli scatti di anzianità mai riconosciuti per un totale complessivo che supera i 100.000 Euro.
Nessun dubbio per il Tribunale del Lavoro della capitale sul pieno diritto dei docenti precari a vedersi riconosciuto un equo risarcimento del danno a seguito di successione di contratti a tempo determinato stipulati in violazione di quanto prescritto dalla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Nelle sentenze ottenute con estrema perizia dai legali ANIEF, infatti, il Giudice rileva che “la reiterazione di contratti per un periodo complessivo ampiamente superiore ai trentasei mesi, pur se conforme al diritto nazionale, porta a ritenere violati i principi comunitari, per cui l’apposizione del termine ai suddetti contratti deve ritenersi illegittima” e specifica come “sotto questo profilo è irrilevante la causale che ha determinato la stipula del contratto, in quanto ciò che determina la violazione delle disposizioni comunitarie, determinando l’illegittimità dei contratti, è data dalla reiterazione degli stessi oltre il termine di trentasei mesi che costituisce l’elemento individuato dall’ordinamento italiano al fine di evitare che il ricorso ai contratti a termine integri un abuso dello strumento contrattuale”. La condanna dell’Amministrazione per violazione del diritto comunitario e illecita reiterazione di contratti a termine oltre il limite dei 36 mesi di servizio è stata quantificata in un risarcimento complessivo per gli otto ricorrenti pari a 37 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita da ognuno di loro, cui aggiunge gli interessi come per legge.
Nel ribadire, inoltre, il precetto secondo cui “il diritto al computo dell’anzianità di servizio anche per il periodo di vigenza di un rapporto di lavoro a tempo determinato può ritenersi un principio desumibile dalla normativa comunitaria”, ha riconosciuto anche “il diritto della parte ricorrente a vedersi riconosciuta, ai fini connessi alla anzianità di servizio, l’attività lavorativa prestata con contratti a tempo determinato”, condannando il MIUR a corrispondere ad ogni ricorrente quanto dovuto riguardo agli scatti di anzianità in base agli effettivi anni di lavoro prestato durante il periodo di precariato “oltre interessi legali a decorrere dalla pubblicazione della sentenza fino al saldo”. A questo si aggiunge la condanna al pagamento delle spese di giudizio a carico del MIUR soccombente, commisurata in un totale di 7.619,70 Euro oltre accessori.
Anche i docenti a termine della capitale, dunque, alcuni in servizio da più di 10 anni alle dipendenze del MIUR, che si sono visti da anni discriminare e sfruttare dall’Amministrazione scolastica con una serie infinita di contratti di lavoro a tempo determinato, hanno finalmente ottenuto giustizia grazie al sapiente intervento del sindacato ANIEF che ha imposto nuovamente al Ministero dell’Istruzione il pieno rispetto della professionalità dei lavoratori precari della scuola e l’osservanza delle direttive eurounitarie.