Con due sentenze di identico tenore l’Anief ottiene la condanna del MIUR al risarcimento del danno per abusiva reiterazione di contratti a termine in violazione della normativa comunitaria e a far corrispondere a due docenti anche le spettanze retributive in base alle medesime progressioni stipendiali riconosciute ai docenti di ruolo. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Chiara Costagliola ottengono piena conferma dell’illegittimo comportamento dell’Amministrazione nei confronti dei docenti precari e la sua condanna a corrispondere circa 10.000 Euro a ciascuna ricorrente.
Il Giudice del Lavoro di Isernia, infatti, condividendo le ragioni patrocinate dai legali Anief, evidenzia un illegittimo abuso del lavoro precario nei confronti delle nostre iscritte, rilevando come “la successione di fatto in sequenza di contratti a tempo determinato con la stessa Amministrazione Pubblica è comunque significativa di esigenze lavorative stabili e non temporanee od eccezionali, con la conseguenza che la successione di siffatti contratti a termine nel settore scuola e nel caso specifico qui in rilievo nonché nei termini soli e tutti precisati, anche in considerazione delle peculiarità della presente vicenda afferente appunto il comparto scuola e non altri settori pubblici o equiparati, deve ritenersi appunto abusiva ai sensi della Direttiva 1999/70/CE e delle restanti disposizioni normative di riferimento già richiamate e nel senso detto”.
Anche sul diritto a percepire le medesime progressioni stipendiali riconosciute ai docenti di ruolo le sentenze, precise e articolate nella loro struttura, risultano chiare nel condannare la condotta del MIUR, ribadendo con forza come “il principio di non discriminazione in materia retributiva vieta l'applicazione di "condizioni di impiego" deteriori per i lavoratori a termine, determinate dal "solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato” e ricordando come la normativa e la giurisprudenza comunitaria impongono che “i criteri del periodo di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro devono essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato”.
Piena soddisfazione per l’Anief, dunque, che ancora una volta ha imposto al Ministero dell’Istruzione il rispetto dei diritti dei lavoratori precari. Il nostro sindacato ricorda che è sempre possibile ricorrere contro l’abuso di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio su posto vacante e per ottenere la giusta retribuzione in base agli effettivi anni di servizio prestati anche con contratti di lavoro a tempo determinato.
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