Stavolta sono i Tribunali del Lavoro di Chieti e Ivrea a dare piena ragione al nostro sindacato in favore di sette docenti precari illegittimamente sfruttati per anni dal Ministero dell’Istruzione con reiterati contratti di lavoro a tempo determinato. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, coordinando con professionalità la sapiente azione sul territorio degli Avvocati Manuela Pirolozzi, Maurizio Ragusa e Giovanni Rinaldi ottengono ben 6 sentenze favorevoli presso i tribunali di loro competenza e il riconoscimento per i nostri iscritti di un risarcimento pari a un totale che supera i 30.000 Euro tra mensilità da corrispondere per abuso di contratti a termine e scatti di anzianità non riconosciuti ai precari.
Presso il Tribunale di Chieti, infatti, i legali Anief ottengono conferma di quanto da sempre sostenuto dal nostro sindacato con la condanna del MIUR, alla luce dei principi di recente affermati dalla Corte di Giustizia, per essere incorso “in un utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato, violando sia le disposizioni nazionali contenute nel d.lgs. n. 368/01 sia quelle comunitarie”. La sentenza ottenuta dai legali Anief Sergio Galleano e Vincenzo De Michele presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, infatti, ribadisce che “il rinnovo di contratti o di rapporti di lavoro a tempo determinato al fine di soddisfare esigenze che, di fatto, hanno un carattere non già provvisorio, ma, al contrario, permanente e durevole, non è giustificato ai sensi della clausola 5, punto 1, lettera a), dell’accordo quadro” in quanto si trova “direttamente in contrasto con la premessa sulla quale si fonda tale accordo quadro, vale a dire il fatto che i contratti di lavoro a tempo indeterminato costituiscono la forma comune dei rapporti di lavoro, anche se i contratti di lavoro a tempo determinato rappresentano una caratteristica dell’impiego in alcuni settori o per determinate occupazioni e attività”.
Il Tribunale del Lavoro di Ivrea, inoltre, riconosce il pieno diritto dei docenti precari di poter usufruire, al pari dei docenti assunti a tempo indeterminato, delle giuste progressioni di carriera in base agli anni di lavoro svolti, anche da precari, presso il Ministero dell’Istruzione. Le sentenze, infatti, richiamano quanto già ottenuto anche di recente dai legali Anief presso la Corte d’Appello di Torino che ha ribadito come: “l’oggettiva disparità di trattamento che sussiste, sotto il profilo retributivo, tra i docenti a tempo determinato ed i docenti a tempo indeterminato potrebbe ritenersi giustificata, ai sensi della Direttiva 1999/70/CE, soltanto ove fosse dimostrata l’esistenza di “ragioni oggettive”, che tuttavia – secondo quanto precisato dalla Corte di Giustizia – non possono consistere né nel carattere temporaneo del rapporto di lavoro, né nel fatto che il datore di lavoro è una pubblica Amministrazione, né, infine, nel fatto che il trattamento deteriore dei lavoratori a termine sia previsto da una norma interna generale ed astratta, quale una legge o un contratto collettivo”.La negazione della progressione retributiva in funzione dell’anzianità di servizio maturata dai docenti precari, dunque, è stata riconosciuta in giudizio come prassi illegittima posta in essere dal MIUR, condannato, anche, al pagamento delle spese di giudizio corrispondenti a un totale che supera i 3.600 Euro oltre accessori.
Ancora una volta, dunque, l’azione legale Anief ha raccolto i propri frutti e ha ribadito al MIUR in tribunale l’illegittimità di atteggiamenti volti a sfruttare e sminuire la professionalità dei lavoratori precari della scuola che da anni, con impegno e sacrificio, contribuiscono al corretto funzionamento delle nostre scuole. Il nostro sindacato ricorda che è sempre possibile aderire ai ricorsi per ottenere ragione contro l’illegittima reiterazione di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio e la corresponsione degli scatti di anzianità ai precari.
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