Questa volta è il Tribunale del Lavoro di Roma ad accogliere i ricorsi promossi dall'Anief e a condannare il MIUR per discriminazione e abuso di contratti a termine.
Dopo le sentenze della Cassazione, fioccano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione che per anni ha discriminato i precari corrispondendo uno stipendio non commisurato agli effettivi anni di servizio svolti e ha stipulato contratti a termine superando di gran lunga la soglia dei 36 mesi di servizio anche su posti vacanti. Ancora possibile aderire ai ricorsi gratuiti promossi dall'Anief per tutelare i propri diritti e ottenere il giusto risarcimento del danno.
Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo travolgono nuovamente il MIUR in tribunale e ottengono ben 10 sentenze che riconoscono l'effettivo abuso da parte dell'Amministrazione scolastica nella reiterazione di contratti a termine e l'ingiustificabile discriminazione perpetrata nel negare le progressioni stipendiali ai lavoratori precari. Destinatari delle sentenze anche precari “storici” in servizio da circa 10 anni cui è stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per “abuso di precariato” pari a 8 mensilità oltre al diritto al pagamento degli scatti di anzianità mai percepiti. MIUR, soccombente, condannato anche al pagamento delle spese di giudizio pari a un totale di 10.600 Euro oltre accessori.
Il Tribunale del Lavoro di Roma non ha dubbi, infatti, sulla fondatezza delle tesi patrocinate dal nostro sindacato e accoglie i ricorsi Anief evidenziando come i lavoratori avessero diritto al risarcimento dei danni “per illegittima reiterazione, in quanto durata complessivamente oltre i 36 mesi, di contratti a termine conclusi per coprire posti vacanti fino alla fine dell’anno scolastico” e alla corresponsione “della anzianità di servizio maturata in forza di tutti contratti a termine conclusi dalla parte ricorrente, ivi compresi quelli di contermine fissato alla cessazione delle attività didattiche” in ossequio alla normativa comunitaria che impone che per quanto riguarda le condizioni di impiego, i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, ivi comprese le condizioni che riguardano questioni retributive. L'ammontare della condanna a carico del MIUR, dunque, risulta commisurata in un totale di circa 100mila Euro con obbligo di risarcire i lavoratori e corrispondere loro anche le progressioni stipendiali mai riconosciute.
Il nostro sindacato, dunque, ha ancora una volta tutelato con successo i diritti dei lavoratori precari della scuola che da anni lavorano alle dipendenze del MIUR in condizioni discriminatorie soprattutto per quanto riguarda la giusta retribuzione che, ancora, non viene loro corrisposta alla stessa stregua dei lavoratori a tempo indeterminato. Al momento l'unico modo per far valere i propri diritti e ottenere la giusta condanna del MIUR è procedere con un'azione giudiziaria mirata in modo da ottenere il corretto risarcimento del danno in caso di reiterazione di contratti a termine oltre i 36 mesi di servizio e il riconoscimento del diritto agli scatti stipendiali di anzianità calcolati in base all'effettivo servizio prestato alle dipendenze del Ministero dell'Istruzione. L'Anief ricorda, inoltre, a tutti i lavoratori precari che è ancora possibile aderire gratuitamente al ricorso per ottenere gli scatti di anzianità e che i docenti di ruolo possono rivendicare gli scatti non corrisposti durante il periodo di precariato aderendo allo specifico ricorso gratuito promosso dal nostro sindacato.
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