Il Ministro Gelmini intervenga con urgenza per garantire il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 nell’assunzione dei docenti e provveda a rimuovere i dirigenti responsabili di possibili danni erariali a carico dello Stato.
Così interviene il deputato siciliano del PD, membro della VII Commissione della Camera dei Deputati, al fine di garantire la legalità nelle imminenti operazioni di immissioni in ruolo che saranno disposte dai dirigenti degli ambiti territoriali del Miur, su delega dei direttori degli uffici scolastici regionali.
"La legge- prosegue il parlamentare- insolitamente prevede già la possibilità di retrodatare al primo settembre 2010 alcune nomine, da disporre sui posti vacanti e disponibili di quell’anno. Ed il Governo, in piena autonomia, ha deciso di assegnarle da vecchie graduatorie che, per essere pienamente legittime, così come ha stabilito la sentenza della Consulta n. 41/2011, avrebbero dovuto essere integrate con l'inserimento "a pettine" di tutti i docenti che, proponendo ricorso, avevano manifestato l'intenzione di chiedere il trasferimento provinciale nel biennio precedente.
Ora sarebbe troppo assistere anche al paradosso di diversi dirigenti dell’amministrazione periferica che sembrerebbero intenzionati, magari mal consigliati, ad accantonare posti che hanno già legittimi assegnatari. Per essere più precisi: quei docenti che hanno ricorso e ottenuto il commissariamento del ministero perché reclamavano il loro diritto al trasferimento, nonché tutti coloro i quali beneficiano del pronunciamento definitivo della Consulta. Inoltre, se questi stessi posti venissero assegnati in supplenza fino ad una pretestuosa individuazione dell’avente diritto per l’immissione in ruolo, si costringerebbe lo Stato a pagare due stipendi per lo stesso posto. Ulteriore beffa se si pensa che nello scorso biennio sono state assegnate immissioni in ruolo da graduatorie illegittimamente compilate.
Chiedo, pertanto, al ministro Gelmini di intervenire per giungere ad una soluzione che non penalizzi i docenti già immessi in ruolo e garantire, comunque, il diritto di chi giustamente da due anni rivendica l’assunzione secondo il proprio punteggio legittimo, reale e sudatissimo, a dispetto di quanto qualche scellerato diversamente asserisce allo scopo di celare il fallimento della politica dei respingimenti degli insegnanti non di pura razza padana.
È, insomma, dovere del titolare del Ministero dell’Istruzione intervenire già lunedi mattina prima che si consumi l’irreparabile, ossia, che i direttori degli UU.SS.RR. e degli AA.TT. trasgrediscano la legge operando scelte illegittime.
È evidente che, laddove si constatassero iniziative autonome contro la decisione della Corte Costituzionale e contro gli ordini del commissario nominato per l'ottemperanza di molteplici decisioni della magistratura, sarebbe saggio disporre la rimozione del dirigente ancor prima che i docenti danneggiati presentino dettagliati esposti alle Procure della Repubblica e alle Procure della Corte dei Conti per l'accertamento delle responsabilità penali e contabili. In tal senso, sono convinto che le disposizioni emanate in data 17 Agosto 2011 dal direttore pro-tempore dell’U.S.R. Veneto, in quanto elusive del giudicato cautelare e, soprattutto, della sentenza della Corte Costituzionale sopra richiamata, siano da annullare con effetto immediato non lesinando necessari provvedimenti disciplinari a carico dei funzionari che mostrano disprezzo per le sentenze del Giudice delle Leggi.