Per il 2011-2013 revisione dei punteggi di servizio a favore dei residenti nelle singole regioni, poi albi regionali ed eliminazione delle GaE, secondo il programma della Lega, avvallato da alcuni sindacati.
Finalmente è chiaro perché si sia mostrata tanta ostilità al trasferimento del solo personale precario: prima si è impedita la mobilità territoriale, poi la si è scoraggiata, ora la si vuole cancellare insieme alle graduatorie per favorire chi risiede nelle regioni industrializzate del Paese, oggetto di immigrazione e quindi di ampliamento dei plessi scolastici, per buona pace dell’unità nazionale.
Nell’intervista alla Padania, partendo della difesa accorata delle code contro i pettini e dall’accusa lanciata contro il Tribunale Amministrativo del Lazio e i punteggi vantati dai docenti provenienti dal Meridione, il senatore Pittoni (Lega NORD) suggerisce all’Esecutivo il piano di intervento per le graduatorie ad esaurimento che potrebbe ricalcare il programma della provincia autonoma di Trento, dove, con la finanziaria provinciale 2010, si è attribuito un punteggio aggiuntivo di punti 40 per ogni triennio di servizio prestato continuativamente in ogni ordine di scuola della provincia fino ad un massimo di punti 160. E questo è solo l’inizio, in attesa dei tempi maturi perché gli albi regionali sostituiscano finalmente le graduatorie ad esaurimento. E pensare che alcuni precari, insieme a quasi tutti i sindacalisti, avvallano questo progetto, spesso con il vano desiderio di preservare - soltanto per il momento - la propria posizione lavorativa a discapito della Costituzione e della giurisprudenza. Ebbene, noi rispondiamo loro che non venderemo la causa della Scuola e dei Precari per un pugno di punti in più; continueremo, di fatto, a difendere i diritti di coloro che credono in un sistema di Istruzione orientato al rispetto delle regole, dove non si introducono commi, articoli, circolari per piacere, per passione o per convenienza ma soltanto per giustizia. Forse per questo vinciamo spesso le cause nei Tribunali della Repubblica.