Il Capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, giustifica le mancate assunzioni dei precari per via dei 40mila docenti distaccati in altri ruoli: anziché indicare numeri in libertà, Stellacci farebbe bene a stabilizzare i precari assunti per anni su posti vacanti come la direttiva comunitaria cita in modo inequivocabile.
Fa un certo effetto leggere su uno dei più importanti quotidiani italiani la facilità con cui il Capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Lucrezia Stellacci, associ le mancate diecimila assunzioni di docenti precari previste dal decreto ‘semplificazioni’ con i troppi insegnanti o maestri italiani distaccati: evidentemente, sono bastate poche settimane alla la dirigente ministeriale per dimenticare la sua lunga esperienza maturata proprio da distaccata presso la Direzione Scolastica Regionale della Puglia.
Invece di preoccuparsi di questioni a dir poco opinabili, la Stellacci farebbe molto meglio a invitare tutti i suoi colleghi dirigenti dell’amministrazione periferica del Miur a stipulare fino al 31 agosto tutti i contratti relativi alle supplenze annuali su posti vacanti e disponibili. E laddove quelle cattedre continuassero per diversi anni ad essere prive di titolare, quindi sempre vacanti e disponibili, il capo dipartimento non dovrebbe fare altro che stabilizzare i precari nelle graduatorie ad esaurimento come la direttiva comunitaria cita in modo inequivocabile.
In caso contrario, al di là della fondatezza dei numeri da lei rilevati sul personale docente distaccato o che per vari motivi non insegna, la Stellacci farebbe bene a far risparmiare al Ministero dell’Istruzione ulteriori risarcimenti danni: quelli che saranno disposti dai giudici con le cause in corso patrocinate dall’Anief.