Chiamata diretta dei supplenti annuali della Lombardia: domani anche l’Anief parteciperà alla manifestazione organizzata a Milano, con partenza davanti il Pirellone, per chiedere il ritiro della norma incostituzionale e secessionista che la giunta Formigoni vorrebbe attuare dal prossimo anno scolastico.
L’Anief aderisce alla manifestazione che domani, sabato 21 aprile, si terrà a Milano per iniziativa del Coordinamento dei Lavoratori Precari contro l’articolo 8 della legge 146 della Regione Lombardia che dall’anno scolastico 2012/2013 introduce il sistema della chiamata diretta per il reclutamento dei docente dando mandato alle “le istituzioni scolastiche statali” di “organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale”.
Alle 14,30, davanti il Pirellone, ci saranno anche gli iscritti del giovane sindacato per dire no ad una norma clientelare ed incostituzionale, la cui attuazione darebbe mandato ai dirigenti scolastici di scegliere arbitrariamente i supplenti annuali, rendendo nulla la norma nazionale in base alla quale lo svolgimento delle attività didattiche deve essere svolto da insegnanti assunti obbligatoriamente dallo Stato tramite graduatorie pubbliche.
“Saremo presenti – ha spiegato il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – per esortare i l’opinione pubblica ed i parlamentari ad interrogare le forze politiche locali che continuano reiteratamente a sostenere questa norma assurda, che se applicata con un colpo di mano supererebbe la pertinenza esclusiva dello Stato sul reclutamento delle amministrazioni pubbliche del comparto Scuola”.
Secondo l’Anief, con questa decisione la Giunta della Regione Lombarda si sta assumendo una responsabilità enorme nel contrastare le indicazioni dettate dalla nostra Costituzione: le ragioni dovrà quindi spiegarle direttamente ai giudici. “Se la maggioranza guidata dal governatore Formigoni vuole evitare l’avvio di un contenzioso – ha detto il Presidente Pacifico – fa ancora in tempo a fare un passo indietro. Lo stesso che dovrebbe fare il Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che anziché parlare di sperimentazione dovrebbe finalmente prendere le distanze da una norma palesemente incostituzionale e secessionista”.