Il 75% dei tagli effettuati nella Pubblica amministrazione risulta essere stato effettuato proprio nel settore dell’istruzione con la riduzione degli organici di fatto e di diritto. Il dato parziale emerge dalla rilevazione degli aventi diritto al voto alle scorse elezioni RSU. La scuola ha pagato fin troppo, con una riduzione drastica del 23% del suo personale in soli sei anni. Ora bisogna soltanto investire e sbloccare le immissioni in ruolo.
Se si confrontano i dati degli aventi diritto al voto nel 2006 e nel 2012 nei 10 settori della Pubblica Amministrazione, in questo momento analizzati dai membri del Comitato Paritetico insediatosi presso l’ARAN, si comprende come rispetto ai 2.561.560 dipendenti chiamati al voto nel Pubblico impiego sei anni addietro, il numero si sia ridotto a 2.282.640 unità, con una riduzione di personale di 278.920 unità di cui 201.245 nella sola scuola dove tra docenti, dirigenti, dsga e ata la metà dei posti riguarda personale di ruolo andato in pensione e non sostituito e il restante 50% supplenti annuali o al termine delle attività, per via del progressivo dimensionamento della rete scolastica conclusosi con la ultima norma approvata dal Parlamento e dichiarata incostituzionale.
“Dalla tabella degli aventi diritto al voto, risulta evidente che la scuola non potrà e non dovrà sopportare nuovi tagli dalle revisione di spesa attualmente sottoposta al vaglio del CNEL e del Parlamento, pena la mortificazione dei livelli essenziali di erogazione del servizio”, dichiara il presidente dell’Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità, prof. M. Pacifico. “I posti tagliati ai precari non erano fantasma ma garantivano un servizio che oggi non viene più reso, cosi come quelli non ricoperti da nuove assunzioni. La riduzione del tempo scuola, delle aule, del personale tecnico e docente non porta a un servizio migliore per la nostra utenza ma testimonia la crisi in cui può piombare il Paese se non riparte da nuovi investimenti in un settore strategico per la crescita”.
Dai dati emerge anche la riduzione del numero dei votanti a queste elezioni RSU nel settore scuola. Sono 134.527 i voti espressi in meno rispetto alla passata stagione, dopo il rinvio delle elezioni avvenuto nel 2009 per volontà del ministro Brunetta. Avevano votato nel 2006, nella scuola, 880.816 docenti e ata a fronte dei 746.289 di oggi. I dati sono ancora in lavorazione per la certificazione da parte del Comitato paritetico insediatosi presso l’ARAN con il compito di stabilire i criteri per certificare la rappresentatività delle OO. SS. per la nuova stagione contrattuale. Si attendono ancora i dati delle deleghe.
Prospetto aventi diritto al voto elezioni RSU 2012 e differenza rispetto al 2006 |
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Settori
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Aventi diritto |
Differenza negativa approssimata per difetto o per eccesso in attesa dei dati definitivi certificati con una variabile di 10.000 posti da sottrarre proporzionalmente al computo definitivo |
AFAM
|
8.904
|
500
|
AGENZIE FISCALI
|
51.548
|
1.500
|
EPNE
|
45.227
|
10.000
|
RICERCA
|
20.810
|
2.000
|
MINISTERI
|
155.342
|
25.000
|
SANITÀ
|
522.508
|
28.000
|
PRESIDENZA CONSIGLIO MINISTRI
|
2.991
|
0
|
UNIVERSITÀ
|
56.871
|
3.000
|
SCUOLA
|
936.008
|
200.000
|
REGIONI / ENTI LOCALI
|
481.565
|
19.000
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Totale *ART. 70 per 866
|
2.282.640
|
289.000 * 10.000 |