Precariato

Anche il Mef si convince, le ferie non godute dei precari della scuola vanno pagate

Ferie non godute dei precari della scuola: vanno pagate! Finalmente anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze si rassegna all’evidenza e fornisce i chiarimenti rivendicati da tempo dall’Anief.

Tutti i precari della scuola che nel corso dello scorso anno scolastico hanno stipulato supplenze temporanee o fino al 30 giugno avranno riconosciuto il pagamento delle ferie non godute. Come anticipato dall’Anief, ancora prima dell’approvazione definitiva della norma inserita nella spending review, l’amministrazione non può retrodatare una norma privando, in questo modo, ben 150mila precari della scuola delle ferie non godute durante l'anno trascorso perché non concesse dai loro dirigenti per via della continuità didattica.

Ora, preso atto che la decisione del Governo, avallata dal Parlamento, non è attuabile per il personale scolastico precario, attraverso l’informativa n. 135/2012 del 6 settembre, finalmente il MEF comunica che “a seguito del parere favorevole del Dipartimento della Funzione Pubblica e della Ragioneria Generale dello Stato alla liquidazione di tutte le ferie non fruite, purché maturate prima dell’entrata in vigore del decreto-legge n.95 del 6 luglio 2012, convertito dalla legge n.135 del 7 agosto”, ha  “provveduto alla rimozione da centro di tutte le sospensioni - comprese quelle effettuate direttamente da codesti uffici - e provvederà alla liquidazione di quanto dovuto con la prossima emissione urgente di venerdì 14 settembre”.

Anief non può che rendere pubblica tutta la sua soddisfazione per l’esito di una vertenza che l’amministrazione avrebbe sicuramente potuto evitare. “Sarebbe bastato adottare un po’ di buon senso e competenza giuridica – dichiara il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico - per comprendere che, anche e soprattutto considerando le specificità professionali del personale della scuola, la retrodatazione di questa norma non è attuabile”.

Sono bastati pochi giorni alla Funzione Pubblica e alla Ragioneria Generale dello Stato per comprenderlo. Ne sono serviti davvero troppi, oltre due mesi, invece al Mef. Che comunque alla fine ha dovuto rassegnarsi all’evidenza. E dare ragione all’Anief.