Precariato

La Consulta boccia la legge lombarda: docenti della scuola pubblica possono essere assunti solo dallo Stato

La Consulta boccia la norma della che avrebbe dato il via libera all’assunzione gestita direttamente dai dirigenti scolastici. Anief-Confedir: lo abbiamo sempre sostenuto, l’ordinario svolgimento delle attività didattiche deve essere affidato a docenti assunti dallo Stato tramite concorsi meritocratici. Lo dice la Costituzione, ma anche l’unico modo per evitare che lo ‘spoiling system’ trovi terreno fertile pure tra il personale.

I docenti della scuola pubblica possono essere assunti solo dallo Stato: a stabilirlo è la Corte Costituzionale, che bocciando l'articolo 8 della legge n.2/2012 della Lombardia ha accolto il ricorso presentato il 19 giugno scorso dalla Presidenza del Consiglio - Dipartimento per gli Affari Regionali - per rigettare il tentativo dell’ex Giunta Formigoni di rivendicare la piena applicazione del Titolo V della Costituzione, al fine di porre in capo alle Regioni la responsabilità della gestione del sistema scolastico e degli organici.

Cade prima del via, quindi, il tentativo lombardo di introdurre il modello di assunzioni dei docenti per mezzo di concorsi differenziati a seconda del titolo di studi. La legge stabiliva infatti che, a titolo sperimentale, le istituzioni scolastiche statali avrebbero potuto organizzare per un triennio, a partire dall'anno scolastico successivo alla stipula, dei concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi.

La Corte Costituzionale non deve avere avuto troppi problemi nel capire che questa novità assoluta, peraltro in palese contrasto con la normativa nazionale vigente, avrebbe permesso ai dirigenti scolastici lombardi di scegliersi i docenti non più in base ai punteggi e al merito. Ma solo adottando criteri soggettivi legati a delle competenze non facilmente identificabili. La Consulta ha così definito "del tutto eccentrica rispetto all'ordinamento nel suo complesso" la norma: i giudici hanno spiegato - con la sentenza n. 76 depositata il 24 aprile e redatta dal giudice Sergio Mattarella - che "ogni intervento normativo finalizzato a dettare regole per il reclutamento dei docenti non può che provenire dallo Stato, nel rispetto della competenza legislativa esclusiva di cui all'art. 117" della Costituzione.

Secondo la regione Lombardia, quindi, la scuola statale avrebbe avuto la possibilità di bandire i concorsi per il reclutamento dei docenti precari con incarico annuale. "E' evidente, però, che in tal modo – ha tenuto a dire la Consulta - la Regione dispone in merito all'assunzione di una categoria di personale, appunto quello docente, che è inserito nel pubblico impiego statale" e in questo modo la Regione sarebbe andata oltre le sue competenze invadendo quelle dell’amministrazione centrale. Ma non solo: che fine avrebbero fatto le collaudate valutazioni e le modalità di assunzione realizzate nella più assoluta trasparenza?

Secondo Anief siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che laddove non arriva il legislatore occorre fare rispettare la giustizia rivolgendosi alle aule dei Tribunali. “Lo avevamo detto sin dall’inizio - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per le alte professionalità - che l’ordinario svolgimento delle attività didattiche deve essere affidato a docenti assunti dallo Stato tramite concorsi meritocratici. E non attraverso un reclutamento per mezzo di concorsi differenziati a seconda del titolo di studi”.

“Se in Lombardia pensavano di introdurre anche ai dipendenti l’applicazione sistematica dello ‘spoiling system’, che ha distrutto la classe dirigente dello Stato, hanno evidentemente sbagliato qualche calcolo: il tentativo di controllare l’accesso all’intera pubblica amministrazione – conclude Pacifico – è andato clamorosamente a vuoto”.