Alla vigilia del CdM che dovrebbe approvare il provvedimento sulla Pubblica Amministrazione, Anief-Confedir lancia un avvertimento al Governo insieme a un monito. Basta tagli! La cancellazione di 500.000 posti in dieci anni non ha prodotto alcun risparmio, mentre il debito pubblico è continuato a crescere insieme ai costi della politica e del decentramento amministrativo.
“Mentre si attende entro l’anno la sentenza della Corte di giustizia europea sulla reiterata e deliberata violazione da parte dello Stato italiano della direttiva comunitaria 1999/70/CE relativa alla stabilizzazione dei supplenti della scuola dopo tre anni di supplenze e al principio di non discriminazione tra personale assunto a tempo determinato, fermo allo stipendio inziale, e personale di ruolo - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario nazionale organizzativo della Confedir - il Governo sembra voler correre ai ripari per evitare la stabilizzazione dei precari della P.A. con dei concorsi riservati. La soluzione è inaccettabile e incostituzionale laddove nel nostro ordinamento siamo obbligati a recepire la normativa comunitaria. Inoltre non inibirà le domande risarcitorie relative al periodo di precariato pregresso o al pagamento degli scatti biennali di anzianità”.
“Inoltre – conclude Pacifico – appare patetico il tentativo di tagliare nuovi posti di lavoro sotto la scusa di una semplificazione che dopo l’approvazione della Legge Bassanini ha soltanto accresciuto i costi della spesa pubblica a causa di una moltiplicazione dei costi legata soprattutto alla politica. Nella scuola sono stati cancellati negli ultimi sei anni 200.000 posti tra docenti e ata, 4.000 presidenze e scuole autonome. Cui prodest? Non certo ai servizi resi ai cittadini. In assenza di risposte adeguate, pertanto, continueremo a ricorrere alla magistratura per ottenere giustizia”.