Se confermate saranno una prima risposta alla denuncia Anief su 100.000 posti vacanti e disponibili e al pressing del Sindacato sulla Corte di Giustizia dell'Unione Europea grazie alle migliaia di ricorsi depositati. Il possibile aumento di 1/3 dei posti previsti nel piano programmatico di immissioni in ruolo che il Governo potrebbe approntare andrebbe nella giusta direzione ma dovrebbe essere accompagnato dalla cancellazione della riforma Gelmini e dal ripristino dei 200.000 posti e delle 2.000 scuole autonome cancellate negli ultimi sei anni.
Non è soltanto il vento elettorale a rendere più attento l’atteggiamento del legislatore e del Governo al personale precario della scuola ma la decisa azione giudiziaria nei tribunali della Repubblica portata avanti dal Sindacato, che già aveva convinto l’ex ministro Gelmini a sbloccare 67.000 immissioni in ruolo dopo il blocco del piano programmatico di 150.000 assunzioni previsto dall’ex ministro Fioroni.
Centinaia di tribunali del lavoro, a seguito dei ricorsi dell’Anief, hanno condannato il Miur a pagare scatti biennali, mensilità estive e risarcimenti per reiterazioni dei contratti, in media 20.000 euro a precario, con punte di 150.000 euro al Tribunale di Trapani, nonostante una sentenza della Cassazione. Anche la Corte costituzionale si è dovuta fermare, rinviando alla Corte di giustizia europea la questione della compatibilità della deroga introdotta dalla legge 106/11 sulla stabilizzazione dei precari della scuola. Che ben vengano allora queste immissioni, se veramente programmate come sembrerebbe dalle ultime indiscrezioni; un nuovo segnale d’apertura rispetto a una situazione giuridica insostenibile.
"Ma il Parlamento dovrà anche cancellare i tagli prodotti dalla legge 133/2008", dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo della Confedir. "Una riforma - continua Pacifico - intesa come ricostruzione della situazione pregressa e fotografata all’a.s. 2007/2008 in termini di organici, tempo scuola, scuole autonome che deve necessariamente ripartire dalla centralità assunta dall’istituzione scolastica nella vita di milioni studenti e famiglie italiane. Per questa ragione, Anief chiederà al Parlamento di esaminare con estrema attenzione il decreto del Governo sulla Scuola calendarizzato per il 9 settembre 2013, non appena approvato, senza dimenticare però anche tutti quei precari che insegnano nei Conservatori o nell’Università e che attendono il riconoscimento del servizio prestato per il Paese".