Anief ricorre nei tribunali per costringere il MIUR all’assunzione dei precari e alla parità di trattamento tra personale di ruolo e precario. Almeno 108.000 posti sono vacanti e disponibili su 170.000 supplenze annuali o al termine delle attività didattiche.
Parola del Governatore della Banca d’Italia, dott. M. Draghi, che, a distanza di 48 ore dallo sciopero dell’Anief e dalle parole pronunciate dal presidente Anief, prof. M. Pacifico, durante il comizio a Piazza Montecitorio e durante l’audizione a Palazzo Madama del 3 novembre, nella lectio magistralis tenuta ad Ancona il 5 novembre sul tema “Crescita, benessere e compiti dell’economia politica”, individua nella precarietà il fattore discriminante della crescita italiana rispetto alle altre economie europee: “Nel mercato del lavoro il dualismo si è accentuato. Rimane diffusa l’occupazione irregolare, stimata dall’Istat in circa il 12 per cento del totale delle unità di lavoro … senza la prospettiva di una pur graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari, si indebolisce l’accumulazione di capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su produttività e profittabilità”.
Come ignorare tale monito per il personale della Scuola ?
Nello stesso rapporto del MIUR su “La scuola in cifre 2009-2010”, pubblicato nello scorso ottobre, infatti, i tecnici di Viale Trastevere precisano come, purtroppo, la precarietà del personale della scuola sia il fattore critico principale del nostro sistema di Istruzione, visto utilizzo di almeno il 15% di personale precario per il funzionamento ordinario della pubblica amministrazione. Da questo rapporto, come ha denunciato il presidente Anief, al netto dei 55.000 tagli operati l’anno scorso - di cui più di 30.000 posti rubati ai precari – su 1.065.000 unità di personale in servizio risultano almeno ad oggi 108.000 posti in organico di diritto tra personale docente e ata vacanti e disponibili, che dovrebbero essere dati in ruolo e non assegnati annualmente in supplenza. Più di 30.000, invece, risultano i contratti illegittimi assegnati al 30 giugno invece che al 31 agosto dai dirigenti degli ambiti territoriali, con una grave lesione della continuità e della programmazione della didattica soltanto per risparmiare due mensilità di stipendio. Già diversi tribunali della Repubblica hanno censurato il comportamento colpevole dell’amministrazione che viola la legislazione comunitaria e nazionale oltre che le più elementari regole dell’economie. Qualsiasi azienda con questa politica di gestione delle risorse umane sarebbe fallita, e non è un caso se la scuola oggi attraverso un momento di crisi. Per questa ragione, l’Anief ha intrapreso una serie di ricorsi individuali nominali al giudice del lavoro per migliaia di precari al fine di ottenere entro la fine dell’anno scolastico la stabilizzazione di una grande fetta di precariato e rilanciare la qualità del nostro sistema di istruzione. Nel frattempo, il sindacato ha esortato il Parlamento ad approvare una specifica norma di legge che recepisca chiaramente anche per il personale della scuola la normativa comunitaria recante l’accordo quadro per la stipula di contratti a tempo determinato e indeterminato.
I ricorsi patrocinati dall’Anief