Anief Epr ritiene necessario affrontare in modo approfondito l'annunciato rientro in presenza dei lavoratori della pubblica amministrazione, evidenziando contraddizioni e incoerenze dei provvedimenti e coinvolgendo i vertici degli Enti di Ricerca
Si stima che il provvedimento di prossima emanazione condurrà nuovamente nelle sedi di lavoro circa 300.000 dipendenti pubblici nella sola nella città di Roma.
Al contempo il Governo, che conferma lo stato di emergenza sino al 31 dicembre 2021, attiva, con il “Green Pass”, stringenti norme di legge a tutela della salute pubblica.
Un prevedibile effetto di questi interventi sarà, dal 15 ottobre, quello di richiamare in massa i lavoratori oltre che all'interno degli uffici, anche nelle mense, sui bus, tram e metro. Servizi questi, come peraltro anche il Prefetto di Roma ha evidenziato, già messi a dura prova dalla riapertura di Scuole e Università: è evidente che un rientro così congegnato produrrà conseguenze negative in materia di rispetto delle norme igieniche basilari e di distanziamento sociale.
Tale ragionamento è ovviamente applicabile in ogni altra città e territorio.
D'altro canto appare contraddittoria anche l'idea di un "ritorno al passato" senza un’attenta valutazione dello Smart Working in termini di produttività, conciliazione e sostenibilità.
In questa ottica andrebbe anche valutata la peculiarità dell'organizzazione del lavoro degli enti pubblici di ricerca, evitando di liquidare il dibattito a mere ipotesi di modulazione degli orari di accesso poco plausibili in termini di mobilità, specie nelle grandi aree metropolitane.
In buona sostanza con il “Green Pass” il Governo intende rafforzare le misure di protezione sanitaria, ma di contro un diffuso ritorno in ufficio amplifica esponenzialmente la possibilità di diffusione del virus e allo stesso tempo penalizza irragionevolmente il lavoro agile.
Riteniamo logico e coerente con il principio di salvaguardia della salute pubblica mantenere l'attuale organizzazione di lavoro e rinviare qualsiasi decisione almeno sino alla revoca dello stato di emergenza.
Chiediamo alle singole amministrazioni di affrontare con urgenza questi temi e attivare un immediato confronto con le rappresentanze dei lavoratori per garantire la salute pubblica, il lavoro e la funzionalità delle nostre Istituzioni.