Inviata una missiva al Presidente Enea. Come si legge, Anief Epr ha scritto: “Egregio Presidente, La scrivente Organizzazione sindacale ha recentemente inviato due lettere per stigmatizzare il silenzio e l’evidente inerzia che avvolge tutte le questioni riguardanti il personale. Purtroppo non abbiamo avuto alcuna risposta. Anche se molto lentamente si è data finalmente applicazione all’ art. 52 ex CCNL ed è stata inviata la comunicazione di “cambio profilo” al personale interessato, proseguono inoltre, i colloqui relativi all’applicazione art. 22 (ex legge Madia) ma, dell’applicazione dell’art. 15 (ex CCNL) non giunge alcuna notizia, nessuna commissione è stata ancora insediata dopo mesi che hanno impegnato i Ricercatori e Tecnologi dell’ENEA ad aggiornare i loro curricula e ad inserire i loro “titoli”, utilizzando la “cervellotica” procedura ENEA-CINECA. La mobilità volontaria interna, come da noi denunciato più volte, è ancora incancrenita sulla volontà (capriccio?) di singoli responsabili che spesso con il loro diniego alle richieste dei dipendenti, impediscono loro ogni possibilità di crescita e sviluppo professionale mentre della polizza sanitaria finanziata dal “fondo benefici”, in scadenza alla fine di questo mese non si ha notizia”.
“Tutto ciò premesso e vanamente, già segnalato in precedenza, con la presente – si legge ancora - intendiamo denunciare la grave situazione che riguarda i servizi “essenziali” al personale ovvero “pulizie” e “mensa”. Nel primo caso i lavoratori operanti per la ditta appaltatrice, ci risulta che non siano pagati da molti mesi e gli interventi dell’ENEA più volte sollecitati sono apparsi sempre tardivi e di facciata. I lavoratori delle “pulizie” operanti presso il Centro della Casaccia, così come avevano fatto quelli operanti presso il centro di Frascati, hanno già proclamato due giornate di sciopero. Dopo il dramma vissuto per la “cassa integrazione” e la perdita di posti di lavoro dai lavoratori più deboli a causa della pandemia, oggi non è più accettabile che l’ENEA non intervenga con TUTTI i mezzi a sua disposizione per porre fine a questa indecente situazione, forse evitabile con una maggiore attenzione sulla congruità nell’assegnazione dell’appalto. La situazione si ripercuote pesantemente anche sulle lavoratrici ed i lavoratori ENEA costretti, in molti casi, a portarsi da casa lo “swiffer” e il “WC net” per garantire un’igiene accettabile del loro posto di lavoro, sempre ricordando che i contagi da coronavirus non sono affatto azzerati”.
“Deplorevole infine – continua la missiva - quanto accade per la mensa, le promesse di apertura dei siti di Bologna e Sede sono state clamorosamente disattese mentre, il ricorso al TAR della ditta seconda arrivata è stato usato dall’ENEA per bloccare l’erogazione dei ticket che non avviene, in molti casi da circa sette mesi. Ogni dipendente è creditore di circa mille euro nei confronti dell’ENEA. La mancata erogazione del servizio mensa o sostitutivo rappresenta una palese violazione dei diritti dei lavoratori per mancata osservanza di quanto previsto sul CCNL e sul CCNI oltre che sugli ulteriori accordi sottoscritti in materia e le parziali soluzioni messe in campo nelle ultime ore non soddisfano le attese. Chiediamo un Suo autorevole intervento per sollecitare le politiche del personale e risolvere le questiono relativi ai sevizi prevedendo per i ticket una monetizzazione in via straordinaria del debito accumulato”.
“Presidente, se il silenzio degli ultimi mesi è stato difficilmente accettato ma in parte compreso anche per la situazione relativa a quanto previsto dal PNRR sull’ENEA, non siamo disposti ad accettare la mancanza di rispetto nei confronti del personale e la lesione dei diritti individuali in cui questo silenzio ci sembra si stia trasformando. Confidiamo in un positivo e tempestivo riscontro in assenza del quale ci riserviamo la tutela dei diritti dei lavoratori nelle sedi opportune. In attesa di vostro cortese e sollecito riscontro inviamo i migliori saluti”, termina la lettera.