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ANIEF dice no al ‘lascito’ di Profumo che riduce di un anno la durata della scuola pubblica

Il presidente Marcello Pacifico: sarebbe un grave errore dettato solo da logiche di risparmio.

Che autorità ha un Ministro dimissionario per indicare al prossimo Governo una linea di indirizzo orientata al risparmio, auspicando la riduzione di un anno del percorso di studi scolastici, travestendola con delle buone intenzioni? A chiederlo è l’Anief, dopo aver preso visione dell’atto di indirizzo per il 2013 che il Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha inviato all’esecutivo che scaturirà dalle elezioni politiche svolte alcuni giorni fa.

L’auspicio del Ministro di “superare la maggiore durata del corso di studi in Italia procedendo alla relativa riduzione di un anno” per “adeguare la durate del percorso di studi agli standard europei” ci lascia basiti. Se queste indicazioni fossero rispettate, infatti, il ciclo scolastico di ogni studente ne uscirebbe ulteriormente ridimensionato. Significherebbe voler continuare ad abbattere la qualità dell’istruzione pubblica italiana, oltre che calpestare le indicazioni dell’Unione Europea, la quale chiede sempre con maggiore insistenza al nostro Paese di allungare il periodo di formazione scolastica e il tempo che i nostri giovani debbono passare per formarsi e specializzarsi.

“Evidentemente – commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - non sono bastati i tagli draconiani degli ultimi tre Governi. Non sono bastati i 150mila posti cancellati dall’ex ministro dell’Economia, mai rimpianto, Giulio Tremonti. Non sono bastate le riforme Gelmini che hanno ridotto il tempo scuola ai minimi termini, lasciando i nostri bambini con insegnanti non più specializzati e senza compresenza. Ci mancava, veramente, che ora un ministro senza più alcun sostegno politico indicasse la volontà di puntare su una scuola meno impegnativa. E più selettiva, visto che continua ad insistere sulla necessità di introdurre delle prove di valutazione standardizzate la cui efficienza, soprattutto per le zone e scuole più in difficoltà, è tutta da dimostrare”.

“Se Profumo fosse tornato a promuovere anche l’utilità dall’abolizione legale del titolo di studio, avremmo assistito ad un commiato in perfetto stile Governo ‘taglia-scuola pubblica’. La verità è che stiamo assistendo a delle indicazioni finali di un esecutivo tecnico che, francamente, lasciano sconcertati. Peraltro rilasciate in un momento – conclude il presidente dell’Anief - in cui vi sarebbe un bisogno estremo di ‘conoscenza’ per rilanciare il sistema Paese”.