Rifiorme

Inutile mettere i curricula dei docenti on-line

ANIEF boccia l’ipotesi del ministro Gelmini di introdurre nel regolamento sull’accorpamento delle classi di concorso i curricola dei docenti precari e di ruolo perché delegittima la categoria e crea soltanto confusione nelle famiglie.

Così si esprime il presidente M. Pacifico in un’intervista radiofonica rilasciata oggi.

“Se questo sistema fosse veramente utile, allora, mi chiedo, perché non dovrebbe essere applicato a tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, dai dirigenti scolastici ai direttori generali e ai ministri della Repubblica. Gli italiani potrebbero avere amare delusioni se scoprissero a quale curriculum hanno affidato l’amministrazione della cosa pubblica. E’ noto che chi insegna ha superato uno o più pubblici concorsi e annessi esami di Stato per esercitare la professione; chi da precario è rimasto nelle graduatorie ha pure accumulato anni ed anni di esperienza e collezionato diversi titoli di specializzazione universitaria, con anche attività di ricerca, come risulta dall’ultimo rapporto ministeriale (La scuola in cifre 2009, nda). Pubblicare on-line il curriculum dell’insegnante, pertanto, diventa l’ennesima operazione di propaganda messa in campo dal MIUR per coprire il caos che l’ultimo provvedimento della riforma, il regolamento sull’accorpamento delle classi concorsuali, porterà nelle aule dei nostri studenti quando, al di là delle abilitazioni e delle specializzazione possedute, ope legis, i docenti soprannumerari-perdenti posto saranno costretti dal ministro a insegnare materie diverse da quelle per cui si è specializzati, a dispetto proprio del tanto osannato c. v. che il ministro Gelmini vorrebbe in rete. Il Governo, piuttosto, dovrebbe adeguare gli stipendi degli insegnanti italiani alla media di quelli erogati nella comunità europea, allineare anche la percentuale del PIL disposta per l’istruzione e la ricerca, e stabilizzare le migliaia di precari che nella Scuola e nell’Università assicurano la continuità didattica. Soltanto così può valorizzare l’insegnamento e offrire ai cittadini un servizio di qualità scevro della retorica dello spot pubblicitario.”