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Il Miur ci riprova: al via sperimentazione del liceo con 4 anni anziché 5

Anief: c'è da preoccuparsi, anziché combattere il crescente fenomeno dell'abbandono scolastico, con 260mila under 16 anni costretti a lasciare gli studi per lavorare, l'amministrazione torna a riproporre un modello che ha un solo fine: rendere nazionale il progetto per arrivare alla soppressione di 40mila cattedre e risparmiare 1.380 milioni di euro.

L'Anief contesta con forza il decreto n. 766 attraverso cui il Ministero dell'Istruzione ha autorizzato il liceo 'Carli' di Brescia a conseguire la maturità con soli 4 anni anziché 5: come rilevato dalla rivista specializzata 'Orizzonte Scuola' c'è da preoccuparsi perché questa "sperimentazione non riguarda una semplice decurtazione del percorso di un anno, ma anche l'avvio di una metodologia che punti ad una didattica per competenze, laboratoriale e integrata. Il tutto con lo scopo di accorciare i tempi di apprendimento e consentire di ammortizzare la mancanza del quinto anno".

L'obiettivo cui punta il Miur è quindi più che evidente: creare un precedente, per il quale nella prossima estate non potranno che essere tessute le lodi, per puntare dritto alla soppressione di 40mila cattedre. Già il Governo Monti aveva quantificato un risparmio nazionale, attraverso la sparizione di altrettanti docenti oggi impegnati nelle classi quinte di tutte le superiori d'Italia, pari a 1.380 milioni di euro.

Il tentativo di realizzare tale decurtazione fu fatto proprio da quel Governo, prima tentando un improbabile sondaggio sulla riduzione di un anno della scuola secondaria superiore (in controtendenza con i maggiori paesi sviluppati, dove la scolarizzazione tende sempre più a trasformarsi in permanente). E successivamente provando a portare a 24 ore (tra l'impopolarità generale) l'orario di insegnamento settimanale di tutti i docenti.

Il sindacato ritiene la sperimentazione attuata nel liceo bresciano, peraltro nel più assoluto riserbo, davvero pericolosa. Proprio oggi abbiamo preso conoscenza del numero di minori di 16 anni costretti a lasciare i banchi di scuola per lavorare: secondo il deputato Gianni Melilla (Sel), che sull'argomento ha anche presentato un’interrogazione parlamentare, sono "almeno 260mila ragazzi a rischio sfruttamento, non solo lavorativo ma anche della criminalità organizzata".

"Quadriennalizzare le superiori - sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - rappresenta l'esatto opposto di quanto uno Stato moderno dovrebbe realizzare: anticipare l'età prescolare, favorire un'offerta formativa adeguata in tutte le aree del paese, puntare a una seria riforma dell'apprendistato, intensificare le esperienze di alternanza scuola-lavoro, migliorare l'orientamento post-diploma, anche per agevolare le iscrizioni ai percorsi di laurea triennali".

"Anziché continuare a varare provvedimenti che hanno solo lo scopo di fare cassa a danno delle nuove generazioni - conclude Pacifico - i nostri decisori politici dovrebbero soprattutto pensare che non è questo il modo per combattere la dispersione scolastica, nelle scuole del Meridione addirittura 10 punti sopra la media UE e quasi 15 punti oltre quel 10% massimo da raggiungere entro il 2020. E questo sarebbe il Governo della svolta in fatto di istruzione?".