Sardegna

Sant'Antioco: la riorganizzazione scolastica tra promesse e disagi


La riorganizzazione scolastica a Sant'Antioco rischia di trasformarsi in un boomerang per gli studenti, le famiglie e i lavoratori della scuola
Sant’Antioco, da anni, è stata al centro di un importante programma di riqualificazione delle scuole, presentato come un investimento fondamentale per il futuro dei giovani del paese. L’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Ignazio Locci, ha più volte sottolineato l’impegno profuso per ammodernare e rendere efficienti gli edifici scolastici. Tuttavia, un’attenta analisi dei dati e delle testimonianze raccolte getta ombre sulla reale efficacia di tale progetto. L'attuale giunta comunale starebbe prendendo in considerazione lo spostamento di fatto dei lavoratori della scuola e degli alunni dal plesso di Via Salvo D'Acquisto a quello di Via Bolzano, come sorprendentemente pubblicato sul sito ufficiale del comune sulla base della riorganizzazione degli spazi scolastici, motivandola con la necessita di razionalizzare l'utilizzo degli edifici alla luce di un presunto sbilanciamento tra numero degli alunni scritti e numero degli immobili impiegati.

Tuttavia, le nostre indagini hanno rivelato che:

Non esiste un reale sbilanciamento: Le statistiche a nostra disposizione dimostrano che il numero di alunni iscritti non giustifica la chiusura di alcun plesso scolastico. Anzi, in alcune scuole si registra un aumento delle iscrizioni, a conferma di una crescente domanda di servizi educativi.
Spreco di risorse pubbliche: La riorganizzazione degli spazi comporterà ingenti spese per adattamenti e trasferimenti, risorse che potrebbero essere investite in modo più efficace per migliorare la qualità dell’offerta formativa.
Disagi per gli studenti e le famiglie: La chiusura di alcune scuole e il trasferimento degli alunni in altri plessi causeranno inevitabili disagi, sia dal punto di vista logistico che organizzativo. L'ANIEF Sardegna, a nome dei lavoratori dell'istituto, chiede la pubblicazione dei dati ufficiali sulle iscrizioni, sull'utilizzo degli spazi scolastici e sui costi dei lavori di ristrutturazione. Riteniamo questa richiesta di fondamentale importanza per garantire la trasparenza e la partecipazione democratica al processo decisionale.

Pubblicare i dati ufficiali: Rendendo noti i dati relativi al numero di alunni iscritti per ogni scuola, all’utilizzo degli spazi e ai costi sostenuti per la riqualificazione. E invita il sindaco e la giunta comunale a rivedere tali decisioni: in primis quella di chiudere strutture scolastica per altro non di competenza del comune (come prevede il T. U. delle disposizioni legislative in materia di istruzione, la Legge n° 23/1996, e in particolare il D. lgs 297/1994 noto come "Testo Unico degli enti locali", che definisce le competenze degli enti locali in materia di edilizia scolastica).

La presente O.S., facendosi carico della crescente preoccupazione dei lavoratori del Liceo, critica con fermezza la cosiddetta "piccola rivoluzione" che perpetrerebbe il sindaco Locci nei modi e nei tempi di attuazione al fine di valorizzare delle sintomatiche scuole civiche, comprimendo in un unico edificio dell'istituto superiore l'organizzazione scolastica ed entrando in merito, oseremo dire "a gamba tesa" sull'articolazione delle lezioni (le quali probabilmente sarebbero costrette ad attuare i doppi turni: diurni e pomeridiani) e dei laboratori. Laboratori già oggetto di ammodernamento grazie ai fondi del PNRR su cui la giunta comunale dovrebbe poi rispondere su come intenderebbe fare per la loro gestione alla luce dello "spostamento" nell'unica sede rimasta (quella di via Bolzano). Ci sarebbe infine una questione relativi ai numeri dell'utenza. Troviamo inverosimile, a nostro avviso, che i dati sulle iscrizioni verso le scuole civiche di Musica siano paragonabili a quelle dell'Istituto Globale Statale, anche se fossero relative ai soli iscritti dei licei scientifici e linguistici. Sarebbero iniziative, queste ultime se attuate, che potrebbero essere in contrasto con le norme che regolamentano la gestione degli istituti superiori (che non sono affatto di competenza esclusiva del sindaco, ma dello Stato Italiano, della Regione e della Provincia) e che agirebbero in tutt'altra direzione rispetto al contenimento della dispersione scolastica.

Ci chiediamo infine se la scuola, quella pubblica, debba necessariamente utilizzata come "scenario" per l'ennesimo spot elettorale di turno corollato da "promesse" probabilmente irrealizzabili come questa descritta del presente articolo. Confidiamo invece che la scuola debba essere il punto di partenza per interventi strutturali e programmatici seri e realistici e che tutti gli organi dello stato agiscano in sinergia per attuarli: dalla messa in sicurezza degli edifici scolastici, ad incentivare per esempio l'attività sportiva agonistica con strutture accessibili per tutti e a norma, fino alla gestione dei trasporti pubblici.

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