Chiudiamo l’excursus sui bisogni educativi speciali facendo alcuni chiarimenti sulla distinzione fra svantaggio e disabilità, continuità educativa e documentazione occorrente e modalità di raccordo tra scuola secondaria di primo e di secondo grado.
SVANTAGGIO
Le situazioni di svantaggio non devono essere confuse con quelle di disabilità. Mentre la disabilità è riferita a menomazioni di natura prevalentemente fisica, psichica o sensoriale, clinicamente accertabile, lo svantaggio può essere ricondotto a condizioni individuali, familiari e sociali, a divari culturali e linguistici che determinano difficoltà in ordine alla partecipazione al processo educativo.
Si può verificare tuttavia la necessità di evidenziare una situazione di svantaggio che richieda l’attivazione di strategie ed interventi finalizzati al recupero e all’integrazione. In tal caso, i Servizi del territorio, che già conoscono la situazione, trasmettono, tramite la famiglia, una relazione descrittiva alla scuola, contenente elementi utili per la elaborazione dei progetti educativi rispondenti alle necessità affettive cognitive relazionali dell’allievo.
Anche il Dirigente Scolastico può segnalare al competente servizio territoriale, sempre tramite la famiglia, situazioni di alunni in difficoltà di apprendimento e/o relazione. Gli Enti locali coinvolti sono tenuti a collaborare con i docenti della classe e/o della scuola, tenendo conto dei tempi necessari per una valutazione della situazione dell’alunno segnalato, per creare le condizioni più favorevoli per il superamento del disagio.
Si conviene che lo svantaggio non può essere certificato come situazione di disabilità. La relazione di svantaggio, pertanto, non può essere utilizzata per la richiesta dell’insegnante di sostegno. Essa rappresenta uno strumento utile alla scuola per attivare tutte le forme di organizzazione del lavoro scolastico che si rendano necessarie e previste dalla legge di riforma scolastica n. 53/2003.
La relazione avvia un rapporto di consulenza in tempi e modi concordati tra le scuole, i servizi sanitari e gli enti locali. Il responsabile scolastico assume il compito di curare gli aspetti organizzativi di tale rapporto come previsto dalla legge 53/2003.
Anche per i disturbi specifici dell’apprendimento è prioritario un intervento il più precoce possibile in stretta sinergia tra servizi, scuola e famiglia finalizzato al contenimento delle difficoltà attraverso opportuni e condivisi interventi clinico/riabilitativi e strategie didattiche.
ORIENTAMENTO, CONTINUITA’ EDUCATIVA E DOCUMENTAZIONE
Ogni Istituzione Scolastica è tenuta a garantire e curare appositi incontri ed azioni concrete di informazione e di stage, finalizzati alla scelta del percorso scolastico e professionale degli alunni disabili.
Le Istituzioni Scolastiche di secondo grado sono tenute a formulare nel Piano dell’Offerta Formativa, possibili percorsi di accoglienza per alunni con disabilità.
La documentazione relativa al percorso scolastico dell’alunno potrà essere richiesta dai servizi dell’area disabilità alla scuola, al fine di garantire omogeneità e continuità di intervento.
Sarà cura della scuola, in accordo con i Servizi socio sanitari, conservare e registrare tutta la documentazione relativa a:
- • Verbale di Accertamento;
- • Certificazione clinica e Diagnosi Funzionale;
- • Profilo Dinamico Funzionale;
- • Piano Educativo Individualizzato;
- • relazioni degli incontri con i genitori, con gli insegnanti degli ordini della scuola precedente, degli alunni seguiti e tutta la documentazione utile al proseguimento del percorso scolastico formativo dell’alunno.
MODALITA’ DI RACCORDO TRA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E DI SECONDO GRADO
Nel PEI vengono programmati da parte della Scuola Secondaria di I grado, a partire dal secondo anno, interventi specifici per l’orientamento scolastico formativo, mirati ad evidenziare e ad esplicitare le potenzialità, le attitudini e gli interessi degli alunni, rilevati da famiglia e Istituzione scolastica, finalizzati alla scelta di intese operative di tipo orientativo.
Ad iscrizione avvenuta, tali interventi prevedono le fasi di seguito elencate:
fase 1. la scuola secondaria di II grado richiede un incontro con il docente di sostegno e i docenti curricolari della scuola Secondaria di I grado di provenienza, finalizzato a raccogliere le prime informazioni sul percorso scolastico dell’alunno;
fase 2. Dopo l’incontro vengono concordati, tra Scuola Secondaria di I grado e Scuola Secondaria di II grado, dei momenti di attività didattica (stage) nei quali il futuro alunno avrà modo di conoscere direttamente gli insegnanti, gli spazi ed alcune attività proposte dall’istituto di accoglienza, al fine di facilitare il passaggio da un ambiente conosciuto a una nuova situazione;
fase 3. all’inizio delle attività didattiche avranno luogo gli incontri di routine per la formulazione del PDF a cui potranno partecipare anche i docenti dell’ordine di scuola precedente.