ROMA, 9 GIU - La riforma della scuola? "A un anno dalla sua approvazione possiamo dire con certezza che non è buona". Nei giorni di fine anno scolastico, Anief fa un resoconto della legge 107/2015. "Ha acuito, anziché risolvere - afferma - i problemi dell'istruzione pubblica: basti pensare all'imminente chiamata diretta dei docenti da parte del preside o all'assegnazione del bonus di 24 mila euro a pochi docenti meritevoli, alle superiori anche attraverso il giudizio degli allievi. Per non parlare del boom di supplenze annuali, anche dopo il piano straordinario di reclutamento, e di mancate stabilizzazioni, malgrado vi siano 80mila laureati abilitati che chiedono solo di essere inseriti nelle GaE e di essere immessi in ruolo. Preoccupa - aggiunge il sindacato - lo stallo degli stipendi, sempre più divorati dall'inflazione, e privati pure dell'indennità che per legge avrebbe dovuto tenere il passo. Intanto, tutto il personale Ata continua e essere dimenticato, compresi i Dsga. E pure il concorso per dirigenti non arriva". Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal) ricorda che le penalizzazioni toccheranno pure gli studenti, "visto che i fondi per il Miglioramento dell'offerta formativa continuano a essere dimezzati rispetto al 2011, con le scuole costrette a fare pressioni sui genitori dei loro allievi, per chiedere contributi che sanno poco di volontario. Al Governo nessuno parla poi più di addio alla supplentite, visto che il numero di contratti annuali è rimasto in linea con gli anni passati. Come continua a far scalpore - conclude - l'estromissione di tanti laureati esclusi illegittimamente dal concorso a cattedra". (ANSA).