"Non bastavano oltre 6mila euro di tagli per il triennio alle spalle: da quest'anno, i dirigenti scolastici delle scuole pubbliche si sono visti sottrarre altri 4.300 euro. E così andrà, nelle intenzioni del Ministero dell'Istruzione, anche per gli anni scolastici futuri. Producendo un danno, in un decennio, che avrà toccato quota 50 mila euro". Lo denuncia l'Anief ricordando che la categoria "già percepisce lo stipendio più basso tra i dirigenti pubblici, la metà rispetto ai colleghi del comparto privato e si appresta a competere per un incentivo di 'ben' 200 euro lordi al mese". "Nella determinazione del Fondo unico nazionale dell'anno in corso, il Miur - spiega il sindacato - non solo ha contabilizzato i tagli effettuati negli anni passati, ma ha applicato un'ulteriore riduzione, 'dimenticando' il conferimento della Ria (Retribuzione individuale di anzianità) dei pensionati degli ultimi quattro anni, operando un taglio di 27.435.394 euro. I tagli retroattivi, poi, non finiscono qui: a distanza di quattro anni, sempre il Miur, ha deciso che bisognava limare anche il Fondo unico nazionale del 2011-2012, per cui sono stati sottratti altri 7.204.189 euro dallo stesso fondo. Il taglio complessivo è, quindi, di ben 34.639.584 euro: se si tiene conto che il Fondo di quest'anno, dopo il conferimento delle risorse permanenti della Buona Scuola, è di 136.113.309 euro, il taglio si aggira sul 25% e, ipotizzando una media di 8mila dirigenti scolastici in servizio, si tratta di una perdita media di circa 4.300 euro l'anno. Va ribadito - sottolinea l'Anief - che questo non è un danno una tantum, ma è un danno permanente: gli effetti, dunque, si sentiranno anche in futuro". "Siamo davanti ad uno scenario che ha dell'incredibile - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - perché a parole si valorizzano i dirigenti scolastici, chiedendo loro con la Buona Scuola più compiti e responsabilità, mentre nei fatti si costringono gli stessi presidi a rivolgersi al giudice del lavoro per recuperare 4.300 euro annui di integrazione permanente dello stipendio e oltre 11mila euro una tantum per gli anni precedenti". "È certo sin d'ora che non staremo a guardare: chi vuole potrà impugnare in tribunale l'inaccettabile danno" conclude l'Anief. (ANSA).