(Teleborsa) – Nel mondo della scuola si continua a parlare della “chiamata diretta” dei docenti da parte dei presidi.
Dopo la rottura coi sindacati, il Miur si appresta infatti a redigere delle linee guida, con all’interno un ventaglio base di requisiti molto ampio, da cui i dirigenti ricaveranno i 4-6 requisiti ritenuti più confacenti per la scelta del docente cui conferire il posto attraverso la nuova modalità prevista dalla riforma scolastica. Secondo i sindacati il rischio è alto e si prospetta una “corsa al ribasso”. Appena approvate le linee guida – sottolinea il sindacato ANIEF – i dirigenti scolastici cercheranno docenti con le competenze, le esperienze e i titoli, andando ad attingere dalla “rosa dei candidati che proporranno il curriculum proprio in quella scuola, però non sulla base delle esigenze particolari di ogni scuola, ma attingendo dai titoli predefiniti dal Miur. “Non cambia nulla se i requisiti richiesti per ricoprire il posto sono ristretti o allargati: in ogni caso, l’adozione di modalità standard, sulla base parametri generici, costituisce una forzatura”, denuncia il presidente del sindacato ANIEF, Marcello Pacifico, che aggunge: “la Legge, del resto, parla chiaro: a tenere in mano il ‘timone’ sono le richieste delle scuole, non l’amministrazione centrale attraverso liste precostituite da far utilizzare successivamente ai presidi. Ancora una volta, così, saranno i giudici a intervenire e a tenere alto il valore del merito quale unico parametro per l’accesso ai pubblici uffici. È già accaduto nel 2012”.