ROMA - È polemica sulle modalità di scelta dei docenti. E l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), trasmette il suo monito in una nota. “Agli ingenui sindacati rappresentativi – si legge nel comunicato stampa - sono state illustrate a Viale Trastevere le modalità di scelta dei docenti tramite gli ambiti territoriali: alto potere discrezionale ai dirigenti scolastici, inflazione di titoli standard e tempi contingentati. Con i quali dovranno fare i conti le segreterie, ridotte all’osso, di oltre 8mila istituti autonomi italiani”. Poi la parola al presidente dell’associazione professionale sindacale, Marcello Pacifico: “Ora si rischia il caos per via della scelta soggettiva e discrezionale di coloro che sono terminati negli ambiti territoriali. Dopo aver estromesso l’anzianità servizio, cardine delle selezioni del personale che opera per lo Stato, si è escogitato un sistema che elude le indicazioni provenienti dal Ptof. Ogni giorno che passa, la chiamata diretta assume rilievi sempre più incostituzionali. Il tutto si svolgerà in tempi ristrettissimi che serviranno per assolvere alle candidature dei docenti, al loro esame, alle eventuali accettazioni e all’entrata in scena finale degli Usr per mettere a posto le ultime ‘caselle’. Perché a questo siamo arrivati: i nostri docenti, che dovevano essere valorizzati, alla resa dei conti sono stati ridotti a dei numeri da mettere a posto, con i professori della scuola media che sembra avranno appena ventiquattrore di tempo per accettare la proposta della scuola. E con il consenso definitivo che dovrà arrivare solo via PEC”.
"Dopo un estenuante “tira e molla” - continua Pacifico - il Miur svela il vero volto della chiamata diretta: agli ingenui sindacati rappresentativi sono state oggi illustrate delle linee guida caratterizzate dal potere discrezionale che avranno i dirigenti scolastici, dall’utilizzo di un alto numero di titoli che standardizzerà le richieste delle scuole e da tempi contingentati con i quali ora dovranno fare i conti le segreterie, ridotte all’osso anche gli ulteriori 2.020 tagli agli amministrativi, tecnici e ausiliari voluti dal Governo, di oltre 8mila istituti autonomi italiani".
“Quanto presentato oggi sotto forma di linee guida sulla chiamata diretta – aggiunge Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - costituisce un ulteriore arretramento dei diritti dei lavoratori della scuola: perché dopo la perdita della titolarità di tutti i docenti, ora si rischia il caos per via della scelta soggettiva e discrezionale di coloro che sono terminati negli ambiti territoriali. Con il Ministero dell’Istruzione che è andato oltre le indicazioni del legislatore, introdotte con il comma 79 della Buona Scuola, superando non solo la regola base di individuazione del personale dello Stato, che non può prescindere in modo totale dall’anzianità servizio, ma pure le necessità espresse dalla scuola attraverso il Piano dell’offerta formativa triennale”.
“Ogni giorno che passa – prosegue Pacifico – la chiamata diretta assume rilievi sempre più incostituzionali. Gli stessi che ravvisò la Corte Costituzionale nel 2012, quando si espresse negativamente sul tentativo della Lombardia di introdurre un modello analogo per la sua regione. A rendere il tutto ancora più grave sono i tempi ristrettissimi che serviranno per assolvere alle candidature dei docenti, al loro esame, alle eventuali accettazioni e all’entrata in scena finale degli Uffici scolastici regionali per mettere a posto le ultime ‘caselle’”.
“Perché a questo siamo arrivati: i nostri docenti, che dovevano essere valorizzati, alla resa dei conti sono stati ridotti a dei numeri da mettere a posto, con i professori della scuola media che sembra avranno appena ventiquattrore di tempo per accettare la proposta della scuola. E con il consenso definitivo che dovrà arrivare solo via PEC, evitando quindi qualsiasi genere di chiarimento e contatto umano. E c’è chi ancora – conclude il sindacalista Anief-Cisal – chi si ostina a parlare di una riforma incentrata su merito e qualità”.