(ANSA) - ROMA, 30 AGO - "La messa a regime della legge 107/15 (Buona Scuola) ha fortemente allungato la lista dei problemi che affliggono l'istruzione pubblica e che contrassegnerà l'inizio delle lezioni": è quanto afferma l'Anief in una nota. "Si va dal sottodimensionamento degli organici, docenti e Ata - si spiega - alla conferma, se non all'incremento, della supplentite; dalle disfunzioni del concorso a cattedra al divieto dei contratti sino al 31 agosto all'illegittima chiamata diretta da parte del dirigente scolastico; dal pasticcio della mobilità, che ha prodotto migliaia di trasferimenti errati, all'assenza di circa 1.500 dirigenti scolastici e Dsga con altrettante scuole ancora una volta in reggenza; dal mancato adeguamento dell'organico di fatto in organico di diritto, con decine di migliaia di cattedre ancora nel limbo, ad iniziare da quelle di sostegno, all'individuazione di tanti docenti senza titolo. Per non parlare dei docenti inviati negli istituti senza tenere conto del Piano dell'offerta formativa e delle effettive esigenze scolastiche". "Ecco perché - dice Marcello Pacifico, presidente Anief - la scuola è sempre più in crisi. Ci sono quasi 100 mila posti liberi, di cui solo un terzo andrà alle immissioni in ruolo. Un altro paradosso deriva poi dal conferimento di tanti posti vacanti curricolari a docenti non abilitati, mentre chi era titolato non è stato ammesso al concorso a cattedra. A destare scompiglio c'è pure la chiamata diretta che riguarda anche i 32 mila prossimi assunti, oltre che i soprannumerari e altri 56 mila assunti con la Legge 107: tutti finiti su ambiti territoriali, alle prese con algoritmi impazziti e troppi presidi che personalizzano i requisiti di scelta". Pacifico parla poi di "flop del 'potenziamento' scolastico, con una miriade di docenti inviati alle scuole diversi da quelli richiesti dai collegi" mentre "continua a essere trascurato il problema del sostegno, con l'aggravante del pasticcio sulla mobilità 2016: i posti vacanti sono stati negati agli specializzati che hanno chiesto trasferimento e ora vanno assegnati a personale non specializzato in assegnazione provvisoria. Intanto, i precari storici con oltre tre anni di supplenze non vengono assunti, disattendendo Corte europea e Consulta. Largo, infine, a 1.500 reggenze che, con l'autonomia, sono diventate sempre più difficoltose da attuare" conclude. (ANSA).