"Fase transitoria è un disastro". Minaccia di sciopero.
Roma, 5 feb. (askanews) - L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori è in stato d'agitazione per la questione precariato nella scuola, e si dice pronta a uno sciopero. "La mancanza di prospettive d'assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini - si legge in una nota dell'Anief -, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d'istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d'essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall'anno prossimo nelle scuole italiane all'estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo". "La questione - spiega ancora l'Anief - riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante".
E Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: "La laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016", annunciando che "dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall'Europa". "La mobilitazione, per certo - conclude Pacifico -, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei".