ROMA, 2 GIU - Nel mondo della scuola "non c'è dignità senza stipendi equi e con una precarietà altissima". E' quanto afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'associazione sindacale Anief e segretario confederale Cisal, nel giorno delle celebrazioni per il passaggio dell'Italia al sistema repubblicano. "Com'è possibile che gli stipendi di chi lavora nella scuola debbano essere bloccati da quasi 10 anni, senza nemmeno aver concesso loro il paracadute costituito dalla vacanza contrattuale? Perché un insegnante in pensione nella scuola deve percepire in media 1.300 euro al mese mentre la media dei dipendenti pubblici supera i 1.800 euro. Ha fatto bene Papa Francesco a parlare di lavoro come figura antropologica", afferma una nota. "Oggi chi vuole insegnare nella scuola è atteso ancora da un lunghissimo periodo di supplenze: ci sono decine di migliaia di docenti selezionati, formati, abilitati all'insegnamento che la Buona Scuola ha lasciato fuori delle assunzioni, a costo di lasciare vacanti tantissimi posti liberi. Tanto è vero che a settembre avremo ancora quasi 100 mila supplenze annuali. Ora, poiché lo Stato italiano non intende sanare queste situazioni, il sindacato ha deciso di rivolgersi ai giudici super partes che operano in Europa", conclude Pacifico.