"Diventa sempre più in salita il percorso
del docente precario". Lo afferma il sindacato Anief spiegando che "se
fino ad oggi un giovane laureato desideroso di insegnare nella scuola
pubblica aveva due strade da scegliere - il concorso pubblico o le
supplenze con la trafila delle graduatorie e dell'abilitazione da
acquisire - la Buona Scuola ha introdotto un nuovo sistema, i cui
contorni si stanno rivelando sempre più discutibili. Il decreto
legislativo n. 59/2017, infatti, non ha svelato nel concreto cosa
aspetta ad un laureato senza abilitazione e non inserito nelle attuali
graduatorie: il nuovo modello selettivo-formativo si sta rivelando
nelle sue definizioni in queste ultime settimane".
"I nuovi candidati - continua l'Anief - potranno partecipare al nuovo
concorso pubblico, aperto a tutti e previsto per il mese di giugno
2018, superato il quale si potrà quindi accedere al percorso triennale
di formazione, inserimento e tirocinio (il cosiddetto FIT) di durata
triennale. Per accedere al concorso saranno necessari la laurea e il
possesso di 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche. I
problemi sorgono subito dopo - sottolinea il sindacato - il primo
anno, coloro che sono stati reputati idonei acquisiranno una sorta di
quella che oggi viene considerata l'abilitazione all'insegnamento;
poi, proseguiranno con un altro anno di formazione. In questo biennio
svolgeranno pure supplenze a stipendio ridotto. Anzi, sarebbe meglio
parlare di rimborso spese, perché le cifre sembra che varieranno tra i
400 euro e i 600 euro al mese, probabilmente anche lordi. Al terzo
anno di FIT, il candidato in formazione potrà accedere alle vere e
proprie supplenze annuali, con stipendio equiparato ai precari
attuali".
"Le cifre, da assegnare ai vincitori di concorso, che
circolano in questi giorni per i primi due anni di FIT, sono così
miserevoli che non si avvicinano nemmeno ad un assegno di
disoccupazione - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - Inoltre,
va ricordato che un laureato in questo modo deve anche rinunciare alle
supplenze tradizionali perché non riuscirà a far conciliare tutto.
Come Anief, quindi, siamo pronti a ricorrere per far riconoscere una
borsa di studio adeguata al lavoro svolto. Lo stesso vale per gli
studenti del Tfa, Pas, Cobaslid, Afam, SSIS e di ogni altro corso
universitario abilitante: se sono abilitati non si può chiedere loro
di lavorare come fossero dei 'tirocinanti' senza esperienza pregressa.
Inoltre - conclude - reputiamo illegittimo lo stipendio iniziale al
terzo anno di FIT: dovrà essere adeguato agli effettivi anni di
insegnamento già svolti dal docente, senza alcuna discriminazione
rispetto al personale già di ruolo".