ROMA, 26 MAG - Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà riuscire a mettere in pratica il programma sulla scuola contenuto nel Contratto di governo M5S-Lega dovendo fare a meno di 160 milioni di euro nei prossimi tre anni. A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale conti alla mano, dai documenti interministeriali emerge che ci sono tagli importanti sia nella scuola, sia nei fondi destinati alla formazione. Nei primi due anni le scuole dovranno fare a meno di 36 milioni di euro (sia per il 2018 che per il 2019) e scendere di altri 35 milioni di euro alla fine del triennio. Lo stesso dicasi per i tagli ai fondi destinati all'offerta formativa che saranno di 18 milioni per quest'anno, di 19 milioni per il prossimo e di poco più di 17 milioni per il 2020. "Si va a tagliare al cuore della scuola, sulle spese vive di prima necessità. È come se agli ospedali si andassero a tagliare i materiali per le operazioni chirurgiche e per la gestione dei pazienti. È un andare inaccettabile", commenta Marcello Pacifico, leader di Anief. Anche "La tecnica della scuola" fa notare che il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) e la perequazione saranno le prime grande che si troverà il nuovo titolare del Miur. Per gli stipendi più bassi, infatti, è stato introdotto un meccanismo di perequazione in modo da consentire a tutti di arrivare almeno a 80 euro di aumento lordo. Ma questa perequazione scade a dicembre e quindi - se non ci saranno interventi tempestivi - a gennaio gli stipendi di un buon 50% dei dipendenti della scuola diminuiranno: il "taglio" sarà tanto più consistente quanto più basso è lo stipendio, e si andrà quindi da un manciata di euro (3-4) per i docenti con una anzianità media fino ai 29 euro di decurtazione per gli Ata con meno di 10 anni di anzianità. A questo si aggiunge la questione del rinnovo contrattuale: quello appena firmato, infatti, scadrà già il 31 dicembre prossimo. Il problema a medio termine riguarderà il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) ma già da subito bisognerà dare risposta alla questione del cosiddetto "elemento perequativo" introdotto proprio con il contratto 2016/2018. Se infine con la legge finanziaria del 2019 il nuovo Governo dovesse decidere anche di cancellare il bonus introdotto dal governo Renzi di 80 euro mensili per gli stipendi più bassi, per molti insegnanti e per tutto il personale Ata il taglio potrebbe diventare insopportabile. (ANSA).