Sul rischio recessione pesa il mancato rinnovo dei contratti: nella scuola l'attesa è già cominciata. È l'accusa che arriva dall'Anief. "Dall'Istituto nazionale di statistica -si legge in una nota del sindacato della scuola- giungono preoccupanti indicazioni sull'economia italiana, risultata in contrazione dello 0,2% nel quarto trimestre 2018. Ma arrivano anche importanti indicazioni sui contratti di lavoro, che se non adeguati lasciano milioni di famiglie italiane in condizioni di disagio economico e impossibilità di spendere. Per i lavoratori del settore della conoscenza, il rinnovo della scorsa primavera, giunto dopo 10 anni di blocco, ha già esaurito i suoi effetti. Perché da più di 30 giorni i lavoratori della Pa hanno di nuovo il contratto scaduto, con i salari ben al di sotto del consentito".
E per il presidente del sindacato, Marcello Pacifico, "anche dopo l'aumento di 5 punti di stipendio, rispetto al vecchio contratto, rimangono da recuperare ancora 9 punti per arrivare ai 14 di aumento del costo della vita registrata tra il 2008 e il 2018". "Per arrivarci non serve di certo la regionalizzazione dell'istruzione, ma ricordarsi le promesse fatte in campagna elettorale, quando si parlava di stipendi europei", avverte.
"Il personale della scuola pubblica -spiega ancora Pacifico- ha dovuto attendere quasi 10 anni per vedersi rinnovato un contratto con somme ben al di sotto di quelle che doveva ottenere. L'enorme attesa, superiore ai 100 mesi, diventa ancora più rilevante quando si scopre che per gli altri comparti tra un contratto e l'altro si aspettano solo 20 mesi. Nel 2018 secondo i dati ufficiali Istat pubblicati in queste ore, infatti, 'l'attesa media di rinnovo calcolata per i lavoratori con il contratto scaduto' è pari a 20,0 mesi, mentre quella calcolata sul totale dei dipendenti è di appena 4,8 mesi".