Nel disegno di legge si cerca di razionalizzare e semplificare anche la gestione e la valutazione delle scuole con nuove regole per Invalsi e Indire. Bene per Anief l’intervento sul personale amministrativo che verrebbe così sgravato da diverse e inopportune incombenze, mentre si chiede chiarezza sulla delega relativa al funzionamento degli OO. CC.
Prende forma il testo del ddl contenente la legge delega con la quale il Parlamento assegna al Governo il compito di riformare alcune materie relative a scuola ed università. All’interno del documento ci sono molte novità per la scuola: dagli organi collegiali regolati dal DPR 416/74 ai rapporti con i dirigenti, dalla modulistica semplificata alla razionalizzazione degli enti scolastici di valutazione e molto altro.
LA PROPOSTA IN ATTO
Per quanto riguarda gli organi collegiali, sintetizza la rivista Orizzonte Scuola, il testo della legge delega invita il governo a ridurre il numero dei componenti degli organi degli enti sottoposti alla vigilanza del Miur. A proposito degli organi collegiali territoriali della scuola, si punterà ad eliminare sovrapposizioni di funzioni e ridefinire la relazione e le competenze con i dirigenti scolastici, dopo l’approvazione della scuola autonoma.
Il testo prevede anche che le funzioni e i compiti amministrativi in tema di cessazioni dal servizio, progressioni e ricostruzioni di carriera, trattamento di fine rapporto del personale della scuola, nonché di ulteriori compiti e funzioni non strettamente connessi alla gestione della singola istituzione scolastica siano riallocati.
Il disegno di legge prevede, inoltre, che vengano soppressi o fusi enti ed agenzie, preposte alla valutazione di scuola e università, per essere trasformati in uffici dello Stato o di altre amministrazioni pubbliche. Infine, per quanto riguarda lo sport a scuola, il testo prevede un riordino e la promozione dell’attività sportiva inclusa la creazione di una federazione nazionale.
LO STUDIO ANIEF
Anief ha provato ad anticipare le conseguenze dell’eventuale approvazione del testo così come si compone oggi e sul quale il Governo appare molto determinato perché si approvi al più presto. Premesso che si tratta di un testo molto generico, ancora privo di proposte dettagliate, il sindacato ritiene che per quanto riguarda gli organi collegiali, il ddl invita il Governo a ridurre il numero dei componenti degli organi degli enti sottoposti alla vigilanza del Miur. La novità si collocherebbe all’interno di una complessa revisione delle norme vigenti, a partire dal Testo Unico, il decreto legislativo 297 del 1994.
Per quanto riguarda gli organi collegiali territoriali della scuola e l’intenzione di eliminare sovrapposizioni di funzioni e ridefinire la relazione e le competenze con i dirigenti scolastici, Anief ribadisce la necessità di tenere ferma la gestione collegiale delle decisioni.
LAVORO SEGRETERIE SCOLASTICHE
Il testo prevede che le funzioni e i compiti amministrativi in tema di cessazioni dal servizio, progressioni e ricostruzioni di carriera, trattamento di fine rapporto del personale della scuola, nonché di ulteriori compiti e funzioni non strettamente connessi alla gestione della singola istituzione scolastica siano riallocati.
La possibilità che si riduca la portata delle incombenze assegnate a un settore lavorativo sempre più tartassato da compiti e responsabilità ulteriori, seppure ridotto ai minimi termini a partire dal dimensionamento imposto dalla Legge 133 del 2008, è una richiesta che da sempre Anief pone all’attenzione della politica. Non è possibile che il personale delle segreterie scolastiche diventi sistematicamente il terminale operativo delle ultime disposizioni legislative, peraltro su ambiti nemmeno di competenza diretta del comparto Istruzione.
È emblematico, quanto accaduto negli ultimi tempi con la rilevazione delle vaccinazioni obbligatorie oppure con il lavoro extra imposto per la rilevazione delle posizioni assicurative del personale aspirante alla pensione a partire dal prossimo 1° settembre 2019. Tutto ciò avviene richiesto a delle segreterie scolastiche sguarnite di personale, quasi sempre non adeguatamente formato con appositi corsi, per affrontare tali richieste ulteriori che necessitano di competenze ad hoc, e con una presenza di precari che rimane altissima: il sindacato ribadisce che per coprire almeno 15 mila posti vacanti, occorre attuare un piano straordinario di altrettante assunzioni di personale Ata.
È assodato, quindi, che le segreterie delle scuole siano sottodimensionate per svolgere tutti gli adempimenti amministrativi richiesti: una riallocazione dei compiti da svolgere, tuttavia, non dovrebbe prevedere uno spostamento delle mansioni in seno agli Uffici scolastici territoriali, ma verso gli organi di competenza, quasi sempre collocati all’interno di altri comparti pubblici.
INVALSI
Nel disegno di legge si prevede anche che saranno soppressi o “fusi” enti e agenzie preposte alla valutazione di scuola e Università, per essere trasformati in uffici dello Stato o di altra amministrazione pubblica: da anni Anief sostiene una posizione critica verso l’USO delle prove Invalsi e l'istituto che ne prende il nome, poiché rappresentano principalmente uno “spreco di energie, soldi e tempo”. Basta dire che proprio l’istituto nazionale di valutazione lo scorso anno scolastico ha pubblicato un dossier che di fatto poneva grossi dubbi sull’efficacia delle prove standardizzate. In pratica, “ad alzare le mani, a rassegnarsi, ad ammettere che il sistema di valutazione adottato serve a poco o a nulla è” stato “lo stesso Invalsi” pubblicando un’analisi critica sul proprio sito internet. Nella disamina, l’Invalsi non si nasconde: “Le prove non possono misurare tutto. Ci sono competenze importanti – ad esempio quelle di comunicazione verbale e scritta, affettive e relazionali – che non sono valutabili con una prova standardizzata ma solo attraverso il contatto quotidiano che l’insegnante ha con i suoi allievi. Per questo le prove Invalsi non possono valutare globalmente uno studente né possono monitorarne e guidarne – come fa invece la valutazione degli insegnanti – il processo di apprendimento tenendo conto di tutte le variabili che inevitabilmente sfuggono alla valutazione standardizzata”.
Detto ciò, occorre comunque sempre considerare che il Ministro dell’Istruzione con direttiva annuale fissa gli obiettivi della valutazione esterna e le rilevazioni risultano necessarie per la valutazione del valore aggiunto: l'attività di valutazione non può essere cancellata, anche alla luce dei sistemi scolastici europei che prevedono tutti una valutazione interna ed esterna.
INDIRE
L'altro importante ente che rischia di scomparire è l’Indire, finalizzato alla ricerca per l'innovazione scolastica e la cui prima forma di attuazione è datata 1925: dal 1999 ha assunto l’attuale denominazione, sotto la vigilanza del Miur, collegandosi con gli Irsae, poi soppressi nel 2006. Considerate le delicate funzioni che Invalsi e Indire svolgono attualmente, assieme al corpo ispettivo costituiscono un sistema nazionale di valutazione ricco di criticità: per comprendere se questi enti vanno soppressi, fusi o modificati, rimanendo autonomi, occorre valutare a fondo le varie proposte correttive che si vogliono introdurre, entrando nel merito delle nuove disposizioni.
Anche per quanto riguarda la revisione delle discipline degli organi territoriali affiancati ai vari livelli decisionali, occorre necessariamente entrare nel merito delle proposte di intervento normativo, al fine di comprendere quale sia la strada migliore a livello centrale (Consiglio superiore della pubblica istruzione); a livello regionale (Consigli regionali dell'istruzione) e a livello locale (Consigli scolastici locali).
Infatti, la previsione di questi organi territoriali era legata alla necessità emerse nel corso degli anni Settanta di muoversi verso una gestione partecipata che avrebbe stemperato i conflitti che qualsiasi gestione accentrata produce. Questa è stata la spinta che ha portato, a livello di singola scuola, ad introdurre nelle scuole il Consiglio d'istituto, a livello provinciale il Consiglio scolastico provinciale affiancando l'ex provveditorato, a livello nazionale il Consiglio nazionale della pubblica istruzione. A questi organi simmetrici ai vari livelli dell'amministrazione si aggiunse poi il Consiglio scolastico distrettuale coincidente con l'area di competenza delle Asp. Modificare questo impianto organizzativo è corretto, a patto che si realizzi nel modo più funzionale ed utile possibile alle scuole e ai suoi alunni.
SPORT A SCUOLA
Per quanto riguarda lo sport a scuola, il disegno di legge prevede il riordino e la promozione dell’attività sportiva, prevedendo anche la creazione di una federazione nazionale. Premesso che la disposizione andrebbe in controtendenza rispetto a quella di razionalizzazione intrapresa dal governo giallo-verde, la posizione dell’Anief è comunque favorevole all’introduzione dell’attività fisica e al potenziamento dell’attività motoria: il giovane sindacato, non a caso, ha espresso il suo parere più che positivo per la proposta di legge bipartisan che introduce l’attività motoria a scuola tra i sei e gli undici anni attraverso l’insegnamento di docenti specializzati.
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