'Primavera calda' nei rapporti tra Miur e sindacati della scuola, con sciopero generale in vista a maggio. E' l'avviso che lancia l'Anief. "Regionalizzazione, precari e contratto: sono i temi principali che stanno portando -spiegano dal sindacato di categoria- le organizzazioni sindacali rappresentative a una grande mobilitazione, sulle posizioni di Anief, pronta ad aderire a un nuovo probabile sciopero generale che, a distanza di quattro anni, potrebbe riportare in piazza quel milione di lavoratori, segno della fine del consenso del governo Renzi a causa dell'approvazione della 'Buona scuola'"
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, "il nuovo governo giallo-verde deve uscire allo scoperto e decidere d'invertire l'attuale strada chiusa sul precariato e sulla regionalizzazione, a fronte delle sempre più numerose richieste di risarcimento per l'abuso dei contratti a termine e la disparità di trattamento tra personale a tempo determinato e di ruolo". "Si può dare maggiore autonomia alle Regioni - avverte - senza minare l'unità nazionale e tradire la scuola dell'autonomia; si può cominciare ad affrontare il tema del precariato riaprendo le Gae ed estendendo il doppio canale di reclutamento alle graduatorie d'istituto senza operare la stabilizzazione diretta da fare comunque per il personale educativo ed Ata dove non vi sono concorsi; si possono aumentare gli stipendi di altri 90 euro rispetto ai 15 euro previsti utilizzando le risorse dei tagli".
"Se il governo Conte vuole, ci convochi, ascolti le nostre proposte ed eviti uno sciopero generale -conclude Pacifico- che potrebbe compromettere la fiducia del Paese nel cambiamento. La scorsa settimana, i sindacati rappresentativi, dopo mesi di scioperi dei sindacati di base cui Anief ha sempre aderito, hanno inviato al Miur, al ministero della Funzione Pubblica e alla Commissione di Garanzia un tentativo di conciliazione che ha tutta l'aria di essere un preludio alla sciopero generale da proclamare nel mese maggio: nelle ultime settimane, infatti, dal governo sono arrivati segnali negativi verso un'apertura reale alle richieste prodotte dalle organizzazioni rappresentative dei lavoratori della scuola, a partire dallo stop alla regionalizzazione dei servizi pubblici, in testa l'istruzione, passando per la mancata stabilizzazione di decine di migliaia di precari storici attraverso l'automatismo previsto da tempo dell'Unione europea per chi ha svolto oltre 36 mesi, ma anche per il mancato rinnovo contrattuale per il quale dal mese da aprile si prevede solo il 'pannicello caldo' dei 3-5 euro netti di aumento, grazie all'applicazione dell'indennità di vacanza contrattuale che non basta di certo a compensare l'inflazione e ad avvicinare i compensi dei nostri docenti e Ata ai colleghi europei".