L'autonomia differenziata potrebbe coinvolgere subito almeno un lavoratore della scuola su quattro. A questi dipendenti è vero che potrebbero arrivare circa 200 euro in più nello stipendio, intervenendo sul contratto integrativo, ma per ottenere i fondi non si potrà che attingere alle risorse generali togliendo disponibilità e servizi alle altre diciotto regioni, a partire dalle scuole del Sud. Lo afferma il sindacato Anief.
"Per arrivare a questo obiettivo - docenti meglio retribuiti in Lombardia e Veneto e più stanziali, risorse dell'Ufficio scolastico regionale e degli Uffici d'ambito territoriale, oggi di Stato, trasferite alla Regione - si dovrà passare attraverso la creazione di altri quattro binari per regione sui cui correranno i concorsi, le assunzioni, i precari ancora senza cattedra: la novità riguarderà sia i docenti di ruolo che quelli a tempo determinato". Nelle tre regioni del Nord che chiedono l'autonomia differenziata - ma l'Emilia vuole più poteri solo sull'istruzione tecnico-professionale - lavora il 23 per cento dei docenti: sono 176 mila. Solo Lombardia e Veneto hanno chiesto le graduatorie parallele su base volontaria: significa che entro un anno dall'approvazione della legge un docente, un preside, un amministrativo potranno chiedere di essere trasferiti alla nuova scuola regionale. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il processo di autonomia differenziata condurrà verso la scuola 'spezzatino': si verrebbe a creare un sistema scolastico spezzettato, non più dettato da una linea nazionale unitaria dei percorsi formativi. Il tutto verrebbe gestito da governatori che spesso in passato hanno pensato a gestire importanti fondi più per benefici personali che per il bene del servizio che si deve realizzare". (ANSA).