"A fine estate avremo il record di supplenze annuali, però con più di 200mila precari in lista di attesa e il ministro dell'Istruzione secondo il quale mancano insegnanti. Anief chiede di tornare alla normalità, con un semplice doppio canale di reclutamento e un facile e immediato sistema di attribuzione delle supplenze. Il Miur e i sindacati devono finirla di giocare con l'abuso dei contratti a termine alimentato da una guerra tra poveri e immorali clientele. Attualmente sono cinque le graduatorie dei tanti insegnanti che aspirano a un posto fisso nella scuola (gm, gmre, gae, gi, mad) e si potrebbe aggiungere una sesta (gps)". È quanto si legge in una nota dell'Anief.
"Tra graduatorie permanenti, ad esaurimento, i genitori italiani - spiega - assieme ai presidi, stavolta rischieranno di impazzire prima di trovare un docente per i loro figli, quando basterebbe fare incontrare domanda e offerta, garantendo anche la continuità didattica".
"Siamo sempre più dentro la babele della scuola italiana - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - rispetto alla quale i sindacati maggiori e il Miur non vogliono dare risposta, probabilmente convinti che nella confusione, nella guerra di corsi e contro-ricorsi, il sistema possa reggersi. Ma sbagliano, perché siamo giunti ad un passo dall'implosione: così non può più andare avanti. Bisogna ripristinare il vecchio doppio canale, esaurire le graduatorie dei vincitori degli attuali concorsi ordinari e straordinari e garantire a tutti gli abilitati l'inserimento dalle GaE o l'assunzione dalle graduatorie d'istituto, esaurite le prime".
"Marco Aurelio - continua Pacifico - cercava la semplicità delle cose. Aveva ragione: anche nella scuola è oggi più che mai il caso di ripartire dalle cose semplici, invece di creare le ennesime graduatorie speciali ad esaurimento che non si esauriranno mai, ma faranno esaurire gli insegnanti. Sì, sono loro esauriti, assieme ai giudici, costretti a decidere chi assegnare alle scuole nell'impunibilità di chi, ad arte, distrugge e delegittima il sistema di reclutamento degli insegnanti nel nostro Paese".
Il sindacato Anief ripercorre poi la nascita delle graduatorie: all'inizio negli anni Novanta, con l'approvazione del Testo Unico (il dlgs 297/94), si era pensato a un sistema che da una parte permettesse di far avanzare chi superava con merito un concorso e dall'altra di stabilizzare anche chi veniva chiamato dallo Stato come precario per esigenze di bilancio: era il doppio canale di reclutamento, la metà dei posti riservati ai vincitori e idonei del concorso ordinario, l'altra metà a tutto il personale abilitato. Nel primo caso le graduatorie di merito erano valide per un triennio e comunque fino al concorso successivo (tanto da riservare la scelta del punteggio migliore ai candidati in caso di decadenza); nel secondo caso quelle che sono oggi le graduatorie ad esaurimento erano aggiornate annualmente in quanto permanenti.
Le prime graduatorie durarono per ben dieci anni (prima di essere sostituite da quelle nuove, nel 2012 e nel 2016); le seconde, invece, prima furono aggiornate ogni ventiquattro mesi, poi trasformate, appunto, in esaurimento, riaperte per ben due volte a tutti gli abilitati all'insegnamento (2008 e 2012), aggiornate ogni tre e infine ogni quattro anni.
Nel frattempo, continua l'Anief, "sulla spinta dei ricorsi in Corte di giustizia europea, si pensò nel 2018 di attivare una nuova graduatoria regionale di merito, ma ad esaurimento (le cosiddette grme) su posti progressivamente ridotti in percentuali rispetto a quelli disponibili da destinare ai concorsi ordinari. E oggi si promette una nuova graduatoria che si esaurirà in un solo anno (gps), con un concorso straordinario riservato ai precari con 36 mesi in sub ordine ai posti resi disponibili da gm e gmre attraverso un prossimo decreto-legge che sa già di ennesima truffa".
"Né va meglio - sottolinea - per le supplenze pure dalle graduatorie d'istituto, che sono limitate a una scelta numerica minima da parte dei docenti, le quali sono state chiuse ai laureati nel 2015, poi riaperte, e comunque superate dalle mad, messe a disposizioni da cui i dirigenti scolastici chiamano chi chiede di poter insegnare nelle proprie scuole senza distinguere i candidati per titoli, voti conseguiti o altro". (Lab/Adnkronos)