Roma, 5 ago. (Adnkronos/Labitalia) - "Contro la dispersione scolastica un rilevante ausilio è giunto dai fondi comunitari. Eppure, i risultati non si vedono. Lo scrive la stessa Corte dei Conti che, 'nel periodo di programmazione Pon 2007-2013, il totale complessivo delle risorse finanziarie utilizzate per la lotta alla dispersione è stato pari a 309.690.333,10 euro. L'importo programmato per il periodo 2014/2020 è di euro 345.945.951,00'". A dirlo il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico.
"La Corte - spiega - prospetta, quindi, l'utilità di un piano nazionale programmatico e di un monitoraggio legato a un costante aggiornamento dell'anagrafe degli studenti, insieme a una funzionante rete tra tutte le istituzioni pubbliche (in particolare quelle delle scuole) con la possibile costituzione di un comitato di esperti con competenze elevate nelle politiche e nei dispositivi di contrasto alla dispersione".
"Il rapporto della Corte dei Conti - fa notare - non ammette repliche sulla necessità di supportare il sistema scolastico delle regioni più indietro a livello territoriale, attraverso adeguati supporti: quando si sostiene che occorre spendere meglio i finanziamenti, significa attuare una politica incentrata prima di tutto su un rinforzo degli organici. Anief lo sostiene da tempo: il numero degli alunni può essere solo una delle variabili che incide su questo aspetto. Perché gli alunni più a rischio vanno tenuti sotto controllo. Poi, occorre revisionare i percorsi formativi ed un supporto vero da esperti esterni e territorio".
(Adnkronos/Labitalia) - "In conclusione, secondo l'organo di rilievo costituzionale, le ingenti somme che provengono dall'Unione europea devono servire per combattere con maggiore efficacia la dispersione scolastica: un fenomeno che in alcune province dell'Italia del Sud, come confermano pure i più recenti risultati Invalsi sulle competenze acquisite, continua a mantenere livelli preoccupanti, addirittura superiori al 40%. Basta ricordare che la Sicilia fa registrare il record di oltre il 35% dei giovani che non arriveranno a conseguire la maturità", dice.
"Se si vuole davvero - sottolinea Pacifico - attuare un cambio di passo, occorre il supporto anche di esperti esterni, di psicologi, di assistenti sociali, di una rete territoriale pronta a subentrare nei momenti più difficili. Altro che regionalizzazione".
"Inoltre, al livello generale, quello che potrebbe incidere sicuramente in modo positivo per ridurre la dispersione scolastica è anche la revisione dei percorsi formativi, con l'anticipo almeno a 5 anni e l'obbligo portato dagli attuali 16 anni fino alla maggiore età. Finché tutto questo non si farà difficilmente il numero di alunni che lasciano la scuola prima del tempo potrà ridursi in modo sensibile", conclude.