"Negli ultimi dieci anni il precariato nella scuola è quasi raddoppiato da 115mila a 205mila supplenti, nonostante le tantissime immissioni in ruolo autorizzate. Su 180mila immissioni in ruolo ne sono state fatte soltanto 90mila perché il sistema di reclutamento adottato dalla politica negli ultimi anni è stato sbagliato". Lo ha detto il vicepresidente Accademia Cesi e presidente Anief Marcello Pacifico, nel corso del convegno a Palermo, promosso dalla Cesi, la Confederazione europea dei sindacati indipendenti che rappresenta 5 milioni di dipendenti e dirigenti del lavoro pubblico e privato, a cui partecipano rappresentanti sindacali, politici, esperti, legali, giovani lavoratori provenienti da tutta Europa per trovare delle soluzioni alla piaga del lavoro precario diffusa non soltanto in Italia, ma in tutta Europa
"Al ministro Fioramonti - ha spiegato Pacifico - abbiamo dato alcune soluzioni da inserire nel prossimo decreto che vogliamo chiamare 'salva-scuola': stabilizzare il personale Ata, assumere i docenti dalle graduatorie d'istituto da cui vengono chiamati come supplenti per risolvere il problema con la copertura delle cattedre ancora scoperte". Il convegno, finanziato dalla Commissione Europea, vuol fare il punto della situazione sulla attuazione della direttiva comunitaria, vuol trovare soluzioni comuni, ma vuole lanciare un segnale chiaro e forte a livello europeo: Stop al lavoro precario in Italia e in Europa e offrire maggiore stabilità e protezione sociale; bisogna correre ai ripari contro la deriva del precariato e il dilagare dei contratti atipici che non hanno colmato le lacune del mercato del lavoro, intrappolando i lavoratori a livelli bassi di protezione sociale, quando ci sono. “È il primo di una serie di incontri che si svolgeranno anche in altri Paesi europei", assicurano gli organizzatori.
Dal sondaggio di 'Eurofound' si evince che nell'Unione Europea i contratti a tempo indeterminato full time sono scesi dal 62% nel 2003 al 59% nel 2014 e che la percentuale di contratti a tempo determinato è del 7%; lavoro temporanei/a termine, part time e freelance/autonomi rappresentano rispettivamente l'1,5%, il 7% e il 10% dell'occupazione totale. Il 4% dei cittadini dell'Unione Europea ammette di aver svolto un lavoro non in regola/in nero negli ultimi 12 mesi (2016). "Il precariato e i contratti a termini ormai sono un fenomeno sempre più crescente e dilagante nei paesi europei che noi vogliamo combattere - ha detto Romain Wolff, presidente della Cesi - Non si può scegliere il precariato come unica soluzione possibile ad un mercato del lavoro in continua espansione che vede sempre più la crescita del lavoro precario, di contratti a tempo determinato invece di quelli a tempo indeterminato che possono garantire un futuro dignitoso ai giovani e a tutti i lavoratori". (ANSA)