Il sindacato Anief il 12 novembre prossimo chiama a incrociare le braccia e a manifestare tutto il personale docente precario deluso ed escluso dall'intesa del 1 ottobre sul salva-precari bis, ma anche il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) e facente funzione Dsga (direttori dei servizi generali amministrativi) escluso dalle nuove procedure di stabilizzazione del prossimo 1° gennaio, nonché quello dell'AFAM e dell'Università
In stato di agitazione, spiega il presidente di Anief, Marcello Pacifico, "anche il personale di ruolo che dopo l'annuncio degli aumenti a tre cifre della primavera scorsa, nonostante il possibile avvio del tavolo per il rinnovo del contratto, ha letto con stupore le parole del ministro dell'Economia Gualtieri sul mancato finanziamento nella prossima legge di Bilancio dei 3 miliardi richiesti, invano, dal ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Fioramonti. Per l'occasione sarà elaborata e consegnata a tutti i gruppi parlamentari la piattaforma Anief per rilanciare lo status del personale della scuola, dell'università, dell'Afam e della ricerca da tradurre in proposte emendative in Parlamento durante l'iter di conversione del Decreto - Legge urgente di cui all'Intesa del 1° ottobre e del Disegno di Legge di Bilancio 2020-2022". Nei prossimi giorni sarà reso noto il luogo della manifestazione nazionale. "Abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare a tutti i tavoli tecnici per risolvere le questioni urgenti che riguardano il personale e le istituzioni scolastiche, universitarie, Afam e della ricerca. Ma se manca la volontà politica di trovare o stornare le risorse necessarie - dice Pacifico - pur coscienti della difficile manovra economica ereditata da questo governo, dobbiamo ricorrere alla protesta pacifica e legittima di chi non può più assistere in silenzio al lento declino della nostra società, perché come ci ha ricordato l'Unesco senza la valorizzazione del personale del settore dell'istruzione e della ricerca, con la precarietà si compromette il futuro delle nuove generazioni. Speriamo che la voce della Piazza sia ascoltata dai nostri parlamentari e dal governo. Il nostro sistema non può continuare a reggere sulla supplentite a spese della vita dei lavoratori. È arrivato il momento di prenderne atto". (ANSA).