Accade a Torino, nella scuola media Matteotti, dove, racconta un rappresentante Anief, “ci sono 500 ragazzi in una struttura che ha in tutto nove piani, divisi in più ali dell'istituto. In tutto siamo sette bidelli che si dividono su due turni, uno che apre al mattino e uno che chiude al tardo pomeriggio o va avanti fino alla sera se ci sono dei consigli. In turno quindi possono esserci tre persone, che comunque non riescono a coprire tutti i piani. In più uno deve essere fisso al pian terreno a sorvegliare l'ingresso. Va da sé che basta che ci sia una persona ammalata perché resti un solo bidello a sorvegliare 500 ragazzi”.
Il giovane sindacato aveva denunciato solo pochi giorni un dato nazionale rilevante: degli oltre 50 mila posti di personale Ata tagliati negli ultimi 10 anni, più della metà sono collaboratori scolastici, con una riduzione media di 3-4 unità per ogni istituto. Adesso, con la scuola dell’autonomia e il proliferare di sedi che fanno capo ad un solo preside, le istituzioni scolastiche ne stanno sempre più risentendo, soprattutto in questi giorni, dopo che a molti precari ex Lsu, in vista della loro stabilizzazione fissata al 1° marzo 2020, non è stato rinnovato il contratto. E mentre i servizi di sorveglianza, assistenza e pulizia latitano, è bene ricordare che proprio con l’assunzione di 12.000 ex lavoratori socialmente utili, prevista per il 1° marzo, il problema non sarà risolto: rimarranno comunque scoperti almeno altri 25.000 posti.
I tagli al personale Ata hanno messo in difficoltà l’organizzazione delle scuole, minano il servizio e riducono ai minimi termini la sorveglianza degli alunni: lo ha denunciato l’Anief solo alcuni giorni fa, ricordando che nell’ultimo decennio ogni scuola ne ha persi in media tre e come tutto abbia avuto inizio con lo sciagurato dimensionamento Tremonti-Gelmini del 2008, attraverso il quale furono sottratti alla scuola 8 miliardi di euro e cancellati 44.500 Ata. Di questi, più della metà erano collaboratori scolastici. Con i governi successivi, il numero di tagli si è ridotto, anche se comunque si è agito legislativamente per cancellare quasi altri 10.000 Ata, con inevitabile danno ai servizi di sorveglianza, assistenza e pulizia dei locali scolastici. Ed ecco perché, diventa sempre più difficoltoso avere anche un solo collaboratore scolastico per ogni piano d’’istituto.
I CASI REALI
La dimostrazione pratica che il sindacato aveva ragione a pubblicare quei numeri, è arrivata dal collaboratore scolastico Marco Strino, in servizio nella scuola media Matteotti di Torino, in corso Sicilia: a seguito dell’applicazione della spending review, qualche anno fa è stata introdotta una norma che prevede la sostituzione dei “bidelli solo per assenze più lunghe di sette giorni”, allora “basta che ci sia una persona ammalata perché resti un solo bidello a sorvegliare 500 ragazzi”, ha detto a La Repubblica il lavoratore, che è anche responsabile Ata Anief del capoluogo piemontese. L’assurdo è che il personale Ata “ha un ruolo fondamentale per il buon funzionamento della scuola e per la sicurezza degli allievi”, ha commentato il dipendente.
Il caso non è isolato. A fine gennaio, Carla Romano, dirigente scolastico dell’istituto ‘Rita Levi Montalcini’ di Salerno, composto da 1.200 alunni su 12 plessi, con sei collaboratori scolastici in meno, si diceva costretta “a chiedere ai bidelli turni di nove anziché di sei ore: non riuscendo a coprire tutto, dobbiamo tralasciare un po' la pulizia e lasciare addirittura un piano scoperto”, spiegava la preside.
LA DENUNCIA DELL’ANIEF
Il problema, oltre ai tagli per fare cassa, è anche che al personale amministrativo, tecnico e ausiliario, per lungo tempo sono state negate le immissioni in ruolo. Anche con la Legge 107/2015, non si è andati oltre il turn-over; soprattutto non è stato approntato nessun piano di incremento a seguito del cosiddetto “potenziamento” degli istituti. Una mancanza che i tre Governi a seguire non hanno colmato. Le stesse ultime immissioni in ruolo, dell’estate 2019, si sono fermate ad appena 7.759 posti (di cui 4.574 collaboratori Scolastici), a fronte di un numero di vacanze, considerando anche quelle in organico di fatto, che potrebbe raggiungere quota 40.000.
A rendere ancora più indigesta l’operazione del mancato turn over degli ultimi anni, è poi l’ingiustificata mancata introduzione dei profili professionali dell'Area C (rispettivamente per gli Assistenti Amministrativi e per gli Assistenti Tecnici) e uno dell'Area As (Servizi Scolastici), i quali ad oggi non sono mai stati attivati né previsti negli organici dal Miur, contraddicendo quanto previsto dal Ccnl.
I TANTI ESCLUSI
Intanto, dal prossimo 1° marzo, cominceranno a prendere servizio i 12 mila ex Lavoratori socialmente utili con almeno 10 anni di servizio, i quali entro lo scorso 8 gennaio hanno presentato domanda per partecipare al concorso Ata appalti pulizia. Peccato che il vuoto di posti sia molto più grande e lo stesso Miur non abbia considerato che ci sono almeno altri 25.000 posti che potevano essere coperti con personale precario che ha svolto supplenze per lo Stato. E peccato anche che vi siano molti ex Lavoratori socialmente utili, sempre con almeno 10 anni di servizio, lasciati fuori da quel concorso pur avendo i requisiti per parteciparvi. In entrambi i casi, Anief ha presentato ricorso per le esclusioni immotivate dal processo di stabilizzazione.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“Con quelle assunzioni, che ora il sindacato chiede di attivare attraverso il tribunale, si coprirebbero tanti vuoti di organico – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief -, sempre in attesa che arrivi un Governo che restituisca gli oltre 50 posti di Ata che oggi lasciano le scuole senza il supporto amministrativo, tecnico e ausiliario minimo necessario”.
PER APPROFONDIMENTI:
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