Parlando degli insegnanti, il Pontefice si sofferma sul fatto che la loro professione dedita all’educazione dei giovani, va sostenuta con tutti i mezzi e le risorse possibili. Non è la prima volta che Bergoglio affronta questo tema, bacchettando le istituzioni per non sapere valorizzare l’operato di chi garantisce la formazione delle nuove generazioni: lo scorso settembre, durante una visita al Cantiere di Mahatazana ad Antananarivo, nel Madagascar, chiese pubblicamente compensi per chi insegna a scuola commisurati al costo della vita, perché “i professori consacrino tempo a questo compito, senza aver bisogno di altre attività per la sussistenza quotidiana”.
“L’articolo 36 della Costituzione non può continuare ad essere disatteso – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – assegnando una retribuzione non veto proporzionata alla quantità e qualità del loro lavoro, nonché insufficiente per assicurare a loro e alle loro famiglie un’esistenza libera e dignitosa. Un insegnante che percepisce meno di 1.300 euro per tutto il periodo di precariato e i primi otto anni di servizio è una vergogna da cancellare. Bene ha fatto Bergoglio a ribadirlo”.
“Davanti alle sfide dell’educazione ruolo cruciale è quello dei docenti, sempre sottopagati”. Papa Bergoglio, riferisce Adnkronos, torna sul tema dei docenti italiani e sulla funzione importantissima che svolgono, in cambio di compensi inadeguati: lo fa nel corso di un intervento tenuto in un seminario organizzato in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema Istruzione: il Patto globale.
COSA HA DETTO BERGOGLIO
Riferendosi agli insegnanti, il Papa ha detto che “la loro funzione deve essere riconosciuta e sostenuta con tutti i mezzi possibili. È necessario che abbiano a disposizione risorse nazionali, internazionali e provate adeguate”, ha detto ancora Papa Francesco. Il quale si è poi soffermato sul ruolo importante della famiglia nell’educazione dei ragazzi a scuola: “Uno dei modi fondamentali per migliorare la qualità dell’educazione a livello scolastico è ottenere una maggiore partecipazione delle famiglie e delle comunità locali ai progetti educativi”.
INTERVENTO PERTINENTE
Anief ritiene pertinente l’intervento del Pontefice: in Italia, l’inflazione negli ultimi dieci anni è aumentata di oltre il 14%, con 8 punti accumulati tra il 2007 e il 2015. Gli aumenti ridicoli del 3,48% introdotti nel 2018, dopo due lustri di blocco, hanno lasciato quindi un disavanzo di quasi 5 punti percentuali a favore del costo della vita. Non certo compensato dall’indennità di vacanza contrattuale, vicina al 0,5%, applicata in automatico in busta paga a seguito della scadenza contrattuale. Ma c’è dell’altro. Perché il computo stipendiale dei dipendenti della scuola italiana diventa ancora più negativo se si rapporta, come ha fatto l’Aran, agli comparti pubblici, il cui salario medio è pari al 34.491 euro: quello dei docenti e Ata non arriva a 30 mila euro: Solo per fare qualche esempio, il compenso, nella presidenza del Consiglio gli stipendi medi annui raggiungono i 64.611 euro e nelle Autorità indipendenti superano i 91.259 euro. Per non parlare dei magistrati che vanno oltre i 137 mila euro. Gli stessi ministeriali (con 30.140) superano gli insegnanti. E se il confronto si fa con l’estero, la storia non cambia, perché un docente della Germania o dell’Olanda può contare su compensi doppi.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “per valorizzerebbe il ruolo professionale dell’insegnante, come previsto anche dal programma del neo Governo M5S-Pd, servono risorse vere: anche se positivo, non può bastare il taglio del cuneo fiscale, con il cosiddetto bonus Renzi da 80 euro netti da estendere anche a lavoratori che guadagnano oltre i 35 mila euro. Nel Def dei prossimi mesi servono altri 4 miliardi, che corrispondono ad aumenti medi netti mensili di 240 euro. Solo a quel punto – superata la proposta della Funzione Pubblica di fermarsi ai 70 euro di incrementi mensili già finanziati - potremmo dire che le buste paga di un milione e 300 mila insegnanti, amministrativi dell'istruzione, università e ricerca saranno finalmente riallineate al costo della vita, e orientare nella scuola gli stipendi alla media UE, rispetto alla quale si continua a registrare un gap notevole, perché a fine carriera c'è un disavanzo di mille euro medi in meno al mese”.
I RICORSI AL GIUDICE DEL LAVORO
Anief raccoglie, dal personale scolastico interessato, ricorsi al giudice del lavoro per ottenere la partecipazione al piano straordinario di stabilizzazione o il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine. Inoltre, per opporsi all’ingiustizia stipendiale, invita il personale vessato a presentare ricorso al giudice del lavoro, al fine di adeguare l'indice di incremento al tasso IPCA reale e non aggiornato dal settembre 2015.
STIPENDI INSEGNANTI EUROPEI A CONFRONTO
Compensi lordi annui a.s. 2016/17 (espressi in euro) |
Italia |
Olanda |
Austria |
Norvegia |
Germania |
Svizzera |
Lussemburgo |
|||||||
Scuola primaria
|
INIZIO 23.051 |
FINE 33.884 |
INIZIO 34.760 |
FINE 54.726 |
INIZIO 34.595 |
FINE 62.710 |
INIZIO 40.066 |
FINE 47.196 |
INIZIO 46.984 |
FINE 62.331 |
INIZIO 67.072 |
FINE 102.262 |
INIZIO 110.718 |
FINE 153.120 |
Scuola media
|
24.849 |
37.211 |
36.891 |
54.726 |
34.595 |
62.710 |
40.066 |
47.196 |
52.818 |
69.353 |
67.072 |
102.262 |
110.718 |
153.120 |
Scuola superiore
|
24.849 |
38.901 |
36.891 |
75.435 |
34.519 |
71.377 |
50.317 |
52.214 |
53.076 |
76.770 |
90.604 |
138.917 |
110.718 |
153.120 |
Realizzato dall’Ufficio Studi Anief sugli dati stipendiali ufficiali diffusi dall’ultimo studio Eurydice
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